Minacce all’incolumità dell’Orsa Gemma su Facebook. Giornalista teramano denuncia il caso ai Carabinieri. Vigilare su bracconaggio

TERAMO – Si sa che al peggio non c’è mai fondo, ma stavolta, onestamente, si pensava che con l’esecuzione della “Grande Orsa” Amarena il fondo fosse stato toccato.

Invece, ahinoi, sembra proprio di no. A dimostrarci che il fondo pare sia ancora lontano, è il collega giornalista Marcello Olivieri, freelance teramano che, qualche giorno fa, ha presentato una denuncia ai Carabinieri del posto per delle minacce all’incolumità dell’Orsa Gemma apparse su una pagina Facebook.

Olivieri spiega come gli siano stati segnalati commenti sulla pagina “Ruralpini Resistenza Rurale” dove si leggevano frasi che istigavano ad uccidere gli orsi marsicani, e in particolare l’Orsa Gemma. Denuncia alla quale Olivieri ha allegato la bellezza di 16 “screenshot”.

Un episodio isolato? La solita esaltazione di chi prende spunto da un fatto di cronaca, l’esecuzione di Amarena, e poi dà sfogo sulla tastiera agli istinti più bassi? Forse, ma non è il caso di sottovalutare questo episodio.

Non solo e non tanto per il futuro dell’Orsa Gemma, che ovviamente è fondamentale per la conservazione dell’Orso Marsicano, ma per il fatto che il clima che si sta notando in queste settimane, fa ritenere assolutamente utile prevenire altri guai ed evitare il ripetersi di gravissimi episodi come quello della notte fra il 31 agosto e il 1° settembre scorsi, quando a San Benedetto dei Marsi, Andrea Leombruni, imprenditore locale di 56 anni, ha sparato e ucciso la “Grande Orsa”.

Facebook a parte, insomma, questo episodio deve far alzare l’attenzione e convincere le istituzioni competenti, dalle direzioni dei parchi abruzzesi, ai Carabinieri Forestali fino alle Guardie dei Parchi, a predisporre e realizzare una vasta, minuziosa e severa azione di vigilanza antibracconaggio.

Intanto ci auguriamo che magistratura e forze dell’ordine possano velocemente identificare e denunciare gli autori di queste frasi sul più noto social del mondo, e far comprendere loro l’interazione che passa fra azione e conseguenze.

Come si dice, punito esemplarmente uno, educati 100.