Mobilità elettrica. Fu vera rivoluzione? Riflessione senza pregiudizi sulla frontiera “green” delle auto del terzo millennio

Ed eccoci al redde rationem. Abbiamo, per secoli, affumicato l’atmosfera bruciando legname, carbone e anche persone nei roghi d’altri tempi. Con la raffinazione del petrolio abbiamo prodotto milioni di metri cubi di benzina con la quale alimentare motori di tutti i tipi e ora la natura ci rende conto delle esalazioni prodotte.

Poteva mai l’umanità rimanere insensibile al danno ecologico prodotto? Ma anche no. Ed ecco che il mondo intero ci presenta la panacea di tutti i mali: l’auto elettrica! Non sono i propulsori degli aerei a reazione ad inquinare e nemmeno i motori delle navi da carico che solcano gli oceani. I mezzi militari di terra emettono brezze montane dagli scarichi, per non parlare dei mezzi di movimento terra usati nell’edilizia.

Il male assoluto si annida solo nelle autovetture! Nessuno menziona i gruppi di continuità delle grandi aziende ad esempio, d’altro canto se manca l’energia improvvisamente, come fanno a funzionare le fabbriche? Gli ospedali come continuerebbero la loro attività salvifica? Qualcuno potrebbe obbiettare che quei sistemi hanno gruppi di batterie a supporto, ma, attenzione, dietro a quelle ci sono dei bei motoroni diesel che puzzano e inquinano. Altro che le macchinine endotermiche. Che poi noi identifichiamo il motore endotermico (spesso associato al concetto di “motore a scoppio”) con l’uso di propellenti quali la benzina o il gasolio. In realtà possono essere usati anche carburanti meno inquinanti: perfino l’idrogeno o l’alcol.

AUTOVETTURE AD ALCOL

In Brasile usano vetture ad alcol. La vettura tipo è dotata di un serbatoio da 30 litri che può accogliere sia etanolo (per meglio dire bioetanolo che in Brasile e in Nord America è prodotto in notevole quantità dalle piantagioni di canna e di barbabietola) oppure, pensate un po’, con una miscela a base d’acqua in cui l’alcol rappresenta appena il 45%.

BASSI CONSUMI

Con un pieno di quindici litri percorrono oltre 600 km. In Europa il bioetanolo non è quasi utilizzato per i trasporti come in Brasile dove la maggior parte delle vetture con motore a scoppio è alimentata ad alcol. Il costo chilometrico risulterebbe di circa un terzo di quello della benzina all’incirca quanto quello di una vettura a batterie. Lo diciamo? Questa miscela non prende fuoco e laggiù (in Brasile) la possono acquistare in tanica anche dal ferramenta.

Non starò a dilungarmi sul meccanismo che anima questo tipo di propulsione che, tra l’altro, non ha problemi nemmeno con la CO2.  Il ciclo del carbonio, infatti, è neutro: l’anidride carbonica prodotta dall’auto è la stessa che la canna da zucchero, dalla quale si ricava questa “benzina”,  aveva prelevato dall’atmosfera.

MA UNA VETTURA ELETTRICA È VERAMENTE UTILE?

Per abitudine, se cambio una cosa con una più moderna, quanto meno le prestazioni dell’aggeggio che acquisto devono essere pari o superiori a quello vecchio. Ma nel nostro caso temo che non sia così (della parte ecologica ne faremo cenno dopo).

Mettiamo che noi si sia un agente di commercio e che, quindi, viaggiamo molto. Acquistata una bella auto elettrica la prima cosa che attira la nostra attenzione è la sua autonomia, inferiore a una diesel o a benzina. Risulta  impossibile utilizzarla per fare un lungo viaggio, magari dovendo fare diverse soste per tutta Italia per raggiungere i clienti. Mancano le colonnine e dove ricarichiamo la vettura?

Quanto tempo della nostra giornata dovremmo buttare via per fare il pieno? I meglio informati sostengono che i governi stiano provvedendo alle bisogna. Rimane, però, un problema: abitando in un condominio e dovendo utilizzare l’auto con urgenza, dove trovo una preziosa dispensatrice d’energia elettrica? Qualora ce ne fosse una, sarà occupata? A meno di utilizzarla per brevi tratti (per le emergenze me ne serve una a benzina, appare chiaro) che me ne faccio? Una cosa è sicura: se rimaniamo per strada senza benzina scordiamoci di raggiungere, tanichetta in mano, il distributore più vicino: il carro attrezzi bisogna chiamare!

TEMPI DI RICARICA

Un bel vulnus quello dei tempi di ricarica quasi incompatibili con gli attuali ritmi di vita frenetici. Oddio se possediamo una villetta chiediamo al nostro fornitore di energia un wallbox e la presa ce la mettiamo in casa oppure dobbiamo avere sul nostro cellulare una applicazione che ci indica la colonnina di ricarica più vicina e poi, aspettare pazientemente il tempo per raggiungere il “pieno”.

LA BATTERIA

Quella delle batterie non è una cosa da trascurare. Sono una sorta di serbatoio nel quale accumulare energia elettrica necessaria al sostentamento del veicolo (da cui il termine “accumulatori”). Paragonandole al serbatoio di una macchina endotermica è come se ogni tanto dovessi buttarlo rimpiazzandolo, assieme alla pompa, con uno nuovo, perché gli accumulatori di una vettura elettrica vanno sostituiti anche se non sovente, con un bel costo! Tra l’altro per la vettura elettrica esiste un ulteriore problema: volendo acquistarne una usata come faccio a sapere se gli accumulatori funzionano bene? Se così fosse dovremmo sobbarcarci di una ulteriore spesa.

SONO SICURE?

Le batterie delle “auto green”, veniamo a sapere da un recente incidente automobilistico a Mestre, hanno maggiori possibilità di prendere fuoco di un normale serbatoio e quindi, generare un incendio perchè?

In caso di urto particolarmente violento l’involucro contenente le batterie può perforarsi e le celle di litio contenute al suo interno, separate l’una dall’altra da una sottile membrana, possono rompersi e spargere intorno il liquido elettrolitico, altamente infiammabile. L’incendio è dovuto ad un fenomeno noto come “escalation termica” causato dalla rottura delle varie celle che si innescano l’un con l’altra come in un “effetto domino”. La temperatura può raggiungere e superare i duemila gradi rendendo lo spegnimento del veicolo estremamente difficile.

In California per “spegnere” una Tesla Model S che si era incendiata su una autostrada, i vigli del fuoco hanno impiegato 45 minuti e 22mila litri d’acqua: le fiamme non si estinguevano!

INQUINAMENTO E SMALTIMENTO

Pare che le auto elettriche inquinino meno eppure lo smaltimento delle batterie se non svolto nelle modalità più adeguate potrebbe risultare un’operazione antiecologica.

Una volta esaurita la batteria al litio, deve essere portata in un apposito centro specializzato per il trattamento dei componenti.

Il costo di smaltimento delle batterie dei veicoli elettrici non è una bazzecola: la tariffa media varia da 4 a 4,50 euro al chilogrammo, a seconda delle condizioni dell’attrezzatura e della configurazione tecnica riutilizzabile fornita dal costruttore. Facendo due conti, una batteria da 50 kwh del peso di circa 300 kg, quella, cioè, di una vettura media, costerà per il solo smaltimento 1.350€.

MA… C’È UN “MA”… E L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO?

È il tema che preoccupa di più il mondo della ricerca cioè l’esposizione ai campi elettromagnetici di chi utilizza veicoli elettrici, sia esso guidatore o passeggero. Non ci crederete ma non esistono per ora, regole standard e strumenti di misurazione adeguati e affidabili. Il timore è che con  la produzione massificata di auto elettriche in assenza di regole appropriate, si verifichi il tentativo, da parte dei costruttori, di risparmiare sulle schermature protettive dai campi elettromagnetici, immettendo sul mercato auto con bassi livelli di sicurezza. Questo timore è stato sollevato tempo addietro dagli scienziati del JRC, il Centro di ricerca congiunto della Commissione europea. Ancora oggi stanno studiando gli effetti di questo nuovo inquinamento prodotto dai veicoli ibridi e full electric.  Mi chiedo se stiamo effettuando un salto nel buio.

INSOMMA…

Un cittadino che decide di dare una mano all’ambiente, indirizza la sua scelta su una vettura elettrica. D’altro canto le istituzioni offrono bonus fino a 6.000€ per un veicolo ecologico.

Perfino l’assicurazione costa meno. Il risparmio si aggira tra il 10% e il 30% rispetto a una polizza per auto diesel o benzina. Lo sconto sarebbe motivato dal fatto che il calcolo della RCA auto è effettuato in base al livello di rischio delle auto che dovrebbero risultare più sicure rispetto alle altre di vecchia concezione. Sono un vecchio borbottone e conoscendo il sistema assicurativo nostrano temo che ci sia altro… . I premi da pagare sono inferiori perché inferiore è il numero di vetture elettriche in circolazione. Vorrei vedere se si equiparasse il numero delle vetture elettriche circolanti a quello delle endotermiche… .

Alla fine della fiera, con un veicolo elettrico che ci faccio? Coloro che possono hanno fatto una scelta e ci stanno incanalando verso quella direzione ma è corretta? Ne vale la pena in così poco tempo visto che il passaggio dovrebbe avvenire in una manciata di anni? Che poi, siamo usciti dallo strangolamento petrolifero della Russia per infilare il collo nel cappio cinese delle terre rare necessarie alla realizzazione degli acumulatori elettrici di cui la Cina è tra imaggiori possidenti di cave. Mah…

Forse meglio sarebbe stato indirizzare ricerca e sviluppo verso un qualcosa di diverso dal mettere una batteria da quasi mezza tonnellata nella nostra vettura oppure avere pazienza e attendere una ottimizzazione del veicolo che ancora tarda a venire.

Un saluto.