Morto all’Aquila Sergeyevich Berezinsky, il fisico russo tra i fondatori della fisica astroparticellare
L’AQUILA – Il fisico russo Veniamin Sergeyevich Berezinsky, considerato tra i fondatori della fisica astroparticellare, si è spento a L’Aquila alla vigilia del suo 89/o compleanno.
Lo rende noto la comunità scientifica del Gran Sasso Science Institute (Gssi) dove è stato docente e ricercatore.
“Le sue ricerche sulla produzione dei cosiddetti neutrini di origine cosmica – viene ricordato sul sito Gssi – ebbero inizio negli anni Sessanta. In particolare, un articolo scritto insieme a Georgiy Zatsepin è stato pionieristico nello studio di questo fenomeno ed un punto di riferimento per tutti coloro che negli anni successivi si sono occupati di neutrini di alta energia.
La sua attività scientifica ha spaziato dalle origini dei raggi cosmici alla supersimmetria, dai difetti topologici alla cosmologia”.
Tra le sue intuizioni, la possibile esistenza di sorgenti di neutrini attorno a buchi neri posti al centro di Galassie attive che sono completamente oscurate nella banda dei raggi gamma.
Questa idea ha trovato una spettacolare conferma lo scorso anno, quando l’esperimento ‘IceCube’, un osservatorio di neutrini astrofisici sepolto nel ghiaccio del Polo Sud, ha osservato i neutrini provenienti dalla regione che circonda il buco nero supermassiccio al centro di una galassia oscurata, Ngc 1068.
Berezinsky, Venya per gli amici, ha contribuito alla nascita della rivista specialistica Astroparticle Physics e, nel corso della sua lunga carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. T
ra i principali, l’International Humboldt Prize nel 1991, la O’Ceallaigh Medal nel 2007 e il Premio Enrico Fermi nel 2017.