Nella Majella: l’evoluzione delle “rampe carbonatiche”


Poco più di 11 milioni di anni fa (Miocene medio-superiore) la Terra ha registrato una perturbazione del ciclo del carbonio legata a dinamiche oceanografiche e climatiche. Questo cambiamento globale ha portato ad un aumento della concentrazione di nutrienti, potenzialmente dannosi per gli ecosistemi, nelle acque di mari e oceani. Inoltre, in questo stesso intervallo di tempo l’Appennino stava prendendo la forma attuale di catena montuosa e i conseguenti movimenti condizionavano fortemente la geografia del Mediterraneo Centrale di quel periodo geologico.

Un nuovo studio che coinvolge la nostra bella Valle dell’Orta sotto San Valentino, frutto di una collaborazione scientifica tra il GeoZentrum Nordbayern (Erlangen, Germania) e l’Università Sapienza di Roma, è stato pubblicato di recente sulla rivista scientifica internazionale Lethaia.

Gli autori dell’articolo si chiedono se le rocce carbonatiche che si sono formate in ambiente di rampa sottomarina e che oggi costituiscono l’Appennino Centrale (il settore Laziale-Abruzzese e la Majella) abbiano registrato questa perturbazione globale del ciclo del carbonio, se quest’ultima abbia comportato dei cambi o delle crisi degli organismi carbonatici presenti e in che modo l’evoluzione dell’Appennino abbia interagito con il segnale climatico globale.
I risultati dimostrano che l’evoluzione delle rampe carbonatiche prese in esame è molto diversa, poiché controllata anche dalla tettonica locale. Nonostante ciò, entrambi i sistemi registrano la perturbazione del ciclo del carbonio del Miocene medio-superiore, che però viene da loro superata senza particolari cambi o crisi degli organismi che le costituivano.
Per chi vuole saperne di più il riferimento bibliografico è: Cornacchia, I., Munnecke, A., & Brandano, M. The potential of carbonate ramps to record C‐isotope shifts: insights from the upper Miocene of the Central Mediterranean area. Lethaia, https://doi.org/10.1111/let.12383.
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