Nereto. Piattaforma Wash Italia per smaltire rifiuti industriali liquidi. Polemiche e mobilitazione
di Ida Mattino
NERETO – E’ in atto una mobilitazione della cittadinanza neretese, nel teramano, che chiama a raccolta anche tutti gli abitanti della val Vibrata al fine di scongiurare la realizzazione del progetto presentato dalla Wash Italia SPA concernente, appunto, l’installazione, presso la zona industriale di Nereto, di un impianto che tratterebbe dello smaltimento di rifiuti liquidi industriali classificati come “non pericolosi” , circa 80 codici CER.
Stiamo parlando di un territorio, quello della val Vibrata, a vocazione prevalentemente turistica, e che intende (intenderebbe!) valorizzare i prodotti di una agricoltura sana, non inquinata, di una enogastronomia di tutto rispetto che deve restare tale , come punto di forza. Non di elemento da sacrificare.
Non sappiamo, poi, se la realizzazione di questo sito, sarebbe in grado di conservare intatta, ad esempio, la già precaria situazione del torrente Vibrata. Risulta difficile credere che la presenza di un sito di questo tipo non pregiudichi la biodiversità delle specie vegetali e animali presenti in ambiente acquatico già compromesso dal 1985 come da documenti ARTA e ASL. (FOTO)
Ma chiediamo direttamente al presidente del comitato “Uniti per un futuro pulito e vivibile” recentemente costituitosi per dare voce alla cittadinanza legittimamente preoccupata, Raffele Quaglia.
D: In qualità anche di promotore della raccolta firme che state portando avanti , ed in qualità anche di cittadino che abita a pochi passi dal sito in questione, ci dica quali sono, più in dettaglio, le sue preoccupazioni e ci informi anche di come vi state attivando in questi giorni con diverse iniziative.
R.: “Uniti per un futuro pulito e vivibile” e’ nato da circa 12 giorni, composto da cittadini preoccupati e indignati dal nullaosta della regione Abruzzo , per la realizzazione di questa piattaforma. In soli 3 giorni abbiamo raccolto circa 3.500 firme di cittadini residenti, siamo in contatto con tutte le forze politiche locali e regionali, e abbiamo l’appoggio di tante amministrazioni comunali e stiamo cercando con tutti i mezzi di opporci a questo progetto.
La presenza, nel distretto industriale di Nereto di ben 3 lavanderie industriali per stoffe e jeans desta apprensione da parte del Comitato , circa la paventata ipotesi che ciascuna di esse possa creare piattaforme simili , considerando lo stato di inquinamento del torrente Vibrata e delle falde acquifere sotterranee.
Da considerare ancora che, entro la distanza limite del futuro impianto, sono presenti altre attività produttive, la sede locale dei Vigili del Fuoco, altre attività artigianali, strutture ricettive, il centro sportivo e civili abitazioni con famiglie residenti.
Effettivamente risulta abbastanza criticabile la collocazione di una piattaforma simile in un comune piccolissimo quale Nereto e’! (ricordiamo , infatti che, il comune di Nereto ha una estensione territoriale di poco piu’ di 10 km quadrati , con una popolazione di poco piu’ di 5000 abitanti) posizionata a distanze troppo ravvicinate dal centro abitato.
Afferma ancora il presidente Raffaele Quaglia: “Noi del Comitato , a nome di tutti i cittadini, non contestiamo l’impianto, ma il sito dove realizzarlo, e ci opporremo con tutte le nostre forze e i mezzi in nostro possesso. Per quanto riguarda il piano delle ricadute occupazionali, aggiunge ancora il presidente Quaglia, assistiamo alla chiusura di aziende che superano le 1000 unita’ lavorative, che passa quasi inosservata, per cui non possiamo difendere con molta certezza una attivita’ con qualche decina di unita’ di posti di lavoro. “
Altra perplessità riguardano il traffico di mezzi pesanti che si genererebbe inevitabilmente. Disponiamo di un percorso stradale sufficientemente “robusto”, in considerazione del fatto che, il progetto in atto, nelle intenzioni, sembra aspiri a far convergere presso il futuro sito materiali provenienti da varie regioni d’Italia. E ancora l’impatto odorigeno, e la salubrità dell’ambiente in generale proprio oggi che non si fa altro che parlare della “questione ecologica”.
Quell’Abruzzo cuore verde d’Europa che fine sta facendo?