Numeri e provvedimenti: come far ripartire l’economia per Confcommercio
L’Aquila – Con un documento odierno, indirizzato al Prefetto de L’Aquila, la Confcommercio mette sul piatto le sue proposte per la ripresa dell’economia della Provincia dell’Aquila in conseguenza della Emergenza Coronavirus.
“La Pandemia da Coronavirus sta portando ad un rapido cambiamento delle condizioni sanitarie, delle abitudini di vita, delle relazioni sociali e dell’andamento delle attività economiche” questa l’apertura della lettera che Confcommercio ha voluto condividere con noi.
Continua poi:”Sarebbe illusorio pensare che, trascorsa l’emergenza, l’economia possa tornare con facilità allo stato precedente e, ovviamente, il tessuto economico–produttivo della Provincia de L’Aquila, già messo a dura prova negli anni passati da catastrofici eventi naturali, non solo non costituisce un’eccezione, ma necessita di soluzioni adeguatamente strutturate, di efficaci strumenti per la ripresa. E’ chiaro che la riapertura delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi che sono state costrette a chiudere non potrà che avvenire in modo graduale, in maniera selettiva, tenendo conto dei settori di attività e delle peculiarità economico-territoriali.”
Naturalmente, qualsiasi pianificazione, che dovrà essere necessariamente condivisa tra Governo Centrale e parti sociali prima e tra Governi Regionali e attori sociali poi, relativa alla FASE 2, dovrà essere gestita con molta attenzione e comprendere una adeguata preparazione dal punto di vista sanitario e tecnologico e richiederà precise regole organizzative: distanziamento sociale, utilizzo di strumenti di protezione e sanificazione degli ambienti a tutela dei lavoratori e dei consumatori. La ripresa, dunque, non può che vertere su cinque elementi fondamentali che potranno consentire la sopravvivenza delle imprese e la conseguente ripresa: liquidità al primo posto, sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali, rimodulazione dei tributi locali, ammortizzatori sociali e riduzione del costo del lavoro.
Il “Decreto Liquidità” di recente approvato dal Governo cerca di dare un sostegno alle imprese creando una rete di garanzie, ma è ancora una risposta parziale all’emergenza che il mondo imprenditoriale sta vivendo: esso lascia infatti adito a numerose incertezze in particolar modo riguardo alle tempistiche ed alla fluidità delle procedure da seguire, senza tener conto di un’altra incognita da non sottovalutare che è quella della risposta degli istituti di credito al provvedimento. Le imprese hanno senz’altro bisogno di liquidità immediata da acquisire in maniera semplice e rapida, senza inutili cavilli burocratici. Ecco perché avremmo preferito, ma continueremo a lottare per questo, credito a fondo perduto per tutte le attività commerciali costrette alla chiusura forzata, così da evitare loro ulteriori indebitamenti e ostacoli burocratici.”
“Allo stato attuale va potenziato innanzitutto il Fondo centrale di Garanzia per le PMI così da assicurare il suo intervento di garanzia al 100% in modo automatico e senza gravosi step di valutazione, oltre all’innalzamento della soglia delle operazioni di credito ben oltre i 25.000 euro e ad un consistente prolungamento dei tempi di restituzione oltre i 6 anni previsti. Sarà necessario disporre una proroga della sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali oltre i mesi di aprile, maggio e giugno 2020, dal momento che i tempi di riapertura sono ancora incerti e le aziende, costrette a restare chiuse fino a data da definire, non saranno comunque in grado di far fronte a tali adempimenti. Stesse considerazioni sul piano della tassazione locale, perché gli operatori non avranno per lungo tempo disponibilità economica necessaria al versamento dei tributi locali quali TARI, COSAP, PUBBLICITA’, IMU, che andranno rimodulati prevedendo una sospensione non di qualche mese, ma per l’intero anno 2020. Bisognerà studiare poi anche dei meccanismi che consentano alle amministrazioni locali di poter continuare ad assicurare lo svolgimento dei loro servizi anche a fronte dei mancati introiti da tassazione.”
Conclude infine Confcommercio:”Anche gli ammortizzatori sociali dovranno subire una proroga oltre i tempi già previsti di 9 settimane e sarà, inoltre, indispensabile prevedere un taglio del costo del lavoro per un congruo periodo temporale, idoneo ad accompagnare la ripartenza delle imprese e ad aiutarle a mantenere i loro livelli occupazionali. Un cenno particolare al turismo che è il settore recante i maggiori danni economici per effetto della pandemia COVID-19. Tutta la filiera turistica, dalla ricettività ai pubblici esercizi (bar, ristoranti, pizzerie, pub, ecc…), dai tour operator alle agenzie di viaggio, è completamente paralizzata e, anche se il rallentamento delle misure restrittive si avvicina, per il settore la strada è ancora molto lunga. E’ necessario porre in essere, dunque, provvedimenti straordinari ed efficaci di sostegno quali finanziamenti a tasso 0, prestiti a fondo perduto magari proporzionali al fatturato aziendale e prolungamento della Cassa Integrazione in Deroga e bisognerà pensare a validi incentivi alla ripartenza come Buoni Vacanza e detrazioni per le spese delle vacanze alle famiglie italiane che soggiornino nelle nostre strutture ricettive.”