Nuova mobilitazione di agricoltori e allevatori all’Aquila in vista dell’arrivo della premier Meloni
L’AQUILA – Una nuova mobilitazione di agricoltori e allevatori ha avuto luogo sin dalla tarda mattinata di oggi all’Aquila in ragione della visita della premier Giorgia Meloni per la sottoscrizione con la Regione, all’Auditorium del Parco, dell’accordo per la quantificazione e utilizzo dei Fondi di sviluppo e coesione (Fsc), della programmazione 2021-2027.
Con trattori, cartelli e bandiere tricolore i manifestanti si sono ritrovati all’interno del parcheggio antistante il mercato di piazza d’Armi in un punto ben visibile da viale Corrado IV, arteria di ingresso della città. I manifestanti, in primis le giovani allevatrici Ilenia Mora e Marina Crescenzi hanno chiesto la possibilità che una piccola delegazione (massimo quattro persone) sia autorizzata a raggiungere la premier per consegnarle le motivazioni della protesta.
Tra le richieste al governo, l’abbattimento delle accise sui carburanti ad uso agricolo; la necessità di stilare con i rappresentanti istituzionali un’agenda comune dei provvedimenti da adottare; l’esigenza di evitare l’introduzione dell’Irpef sui terreni agricoli così come l’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli utilizzati unicamente all’interno delle proprietà private o delle aziende.
Si chiedono anche politiche attive per il contenimento della fauna selvatica che danneggia la produzione agricola, così come la condivisione delle scelte riguardanti le aree protette.
Inoltre, agricoltori e allevatori ribadiscono l’esigenza di agevolazioni per la tutela delle aree più svantaggiate, così come quella di rinegoziare la Pac per adeguarla alle necessità delle aziende e garantire pagamenti sicuri.
“Con la rinegoziazione del Pnrr “abbiamo liberato 3 miliardi di euro per le aziende agricole, perché da molto prima che ci fossero le manifestazioni e si scendesse in piazza questo governo ha difeso il comparto agricolo da alcune scelte troppo ideologiche che rischiavano di perseguire la transizione verde rischiando di produrre una diversificazione industriale”, questa la dichiarazione del premier.