Nuovo aggiornamento del Parco Nazionale: “Rinvenute nuove tracce dei cuccioli di Amarena e individuati mentre giocavano tra loro”

PESCASSSEROLI – Rinvenute nuove tracce dei cuccioli di Amarena: si tratta di escrementi freschi, ravvicinati tra loro, attribuibili ai cuccioli di Amarena.

Ne dà notizia il Parco Nazionale d’Abruzzo, con una lunga nota che riportiamo, smentendo, anche alcune notizie che si erano diffuse nei giorni scorsi:

“Torniamo a riportare alcuni aggiornamenti in merito ai cuccioli di Amarena, per i quali i Tecnici, i Guardiaparco del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e i Carabinieri Forestali non hanno mai interrotto le operazioni di controllo dell’area in cui è stata accertata la presenza dei cuccioli. Le attività che sono in corso consistono in: monitoraggio del territorio con osservazioni mirate, focalizzate alla realizzazione di nuovi avvistamenti, e ricerca di segni di presenza (orme, escrementi etc. etc.) dei due giovani orsi.

Domenica 10 e lunedì 11 settembre, nella zona del monitoraggio sono state rinvenuti a distanza molto ravvicinata tra di loro due escrementi freschi, di dimensioni coerenti con quelle di orso giovane, quindi attribuibili ai cuccioli di Amarena.

La ricerca e l’analisi visiva delle fatte d’orso è molto importante per simili attività di monitoraggio, poiché permette di comprendere se, e di che cosa, un orso si sta alimentando in quel dato periodo. Negli escrementi rinvenuti si è riscontrata la presenza di resti di more, mele e pere: al momento la conferma del fatto che i due cuccioli di orso si stanno alimentando.

Ieri, martedì 12 settembre, in serata, oltre i segni di presenza i Guardiaparco hanno osservato a distanza i cuccioli mentre erano intenti a mangiare e giocare tra di loro.

Il caos comunicativo creatosi negli ultimi giorni ci costringe poi a dover porre chiarezza su alcuni punti sollevati, sia da alcuni articoli di giornale poco chiari, sia da alcuni post social divenuti virali.

𝟭. 𝗜𝗹 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘂𝗻𝘁𝗼 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗳𝗮𝗹𝘀𝗼.

Alcune persone hanno sostenuto che il video da noi pubblicato la sera di venerdì 8 settembre sia nient’altro che una contraffazione di un vecchio video che ritraeva i due cuccioli mentre scappavano tra le vie di San Benedetto dei Marsi, la sera dopo il tragico evento che ha colpito l’orsa Amarena. Secondo i sostenitori di tale ipotesi, la mistificazione del video, realizzata attraverso esclusione dell’audio e taglio ad hoc del filmato, sarebbe avvenuta per insabbiare il fatto che i cuccioli non fossero stati realmente avvistati. SMENTIAMO L’IPOTESI POICHÉ TOTALMENTE INFONDATA e ribadiamo che il video pubblicato venerdì scorso è assolutamente autentico, realizzato da cittadini di uno dei borghi a volte frequentati dagli orsi. Il filmato è stato tagliato per non rendere ancora più riconoscibile il luogo dell’avvistamento. L’audio, invece, era stato disattivato perché non attinente all’obiettivo del video.

𝟮. 𝗟𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 “𝘀𝗶𝗴𝗻𝗼𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗿𝘀𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗮𝗺𝗲”

Inoltre, ha imperversato la storia, diffusa tramite un post che ad oggi è stato cancellato, che una persona avesse sentito i due cuccioli “piangere per fame” e che la stessa avesse chiamato i Guardiaparco senza ricevere risposte in merito. La notizia è totalmente infondata. Come si fa a riconoscere il pianto di un orso? Come si fa a capire che tale pianto, ammesso che sia tale, sia dovuto alla fame? Come fa un guardiaparco ad ignorare una chiamata relativa ad un avvistamento dei due cuccioli e a non recarsi sul posto? Una notizia totalmente infondata che però restituisce perfettamente l’idea di quale sia il clima che si respira in alcune pagine e gruppi social. Un clima che al di là delle calunnie e della fantasia rischia di dare vita a fenomeni preoccupanti: abbiamo registrato, ad esempio, più di qualche commento e messaggio dove emerge come alcune persone si stiano organizzando per lasciare del cibo in zona per “aiutare” i due cuccioli. Chiediamo a tutti di NON lasciare alcuna forma di cibo in natura poiché tale azione potrebbe danneggiare gravemente, sia gli orsi, sia altre specie selvatiche. Su questo punto, torneremo a breve con un altro post dedicato. Di seguito alleghiamo il link contenente il protocollo del Parco per il rilascio degli orsi cuccioli orfani: https://www.parcoabruzzo.it/…/linee.guida.rilascio…

𝟯. 𝗔𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲 𝗶 𝗰𝘂𝗰𝗰𝗶𝗼𝗹𝗶 𝗳𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲𝘇𝘇𝗮, 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗼𝗺𝗲𝘀𝘁𝗶𝗰𝗶!

L’argomento cibo ci apre la strada per affrontare un altro tema, legato al modo e al tono in cui vengono richieste notizie continue sui cuccioli e ci viene richiesto di dar loro del cibo (anche con l’elicottero!).

I DUE CUCCIOLI DI AMARENA NON SONO ANIMALI DOMESTICI.

Conservare e tutelare la fauna selvatica non significa, e non potrà mai significare, “accudire” e “dare cibo” agli animali, ma cercare di rendere idoneo il territorio su cui essi vivono, eliminando e prevenendo potenziali rischi e disturbi derivanti dalle attività umane, lasciando che i cicli e i processi naturali facciano il loro corso così da garantire il dinamico equilibrio degli ecosistemi. Gli animali selvatici non devono dipendere dall’uomo, altrimenti si tratterebbe di uno zoo-safari e non di un’area protetta chiamata a garantire che la natura sia tutelata e faccia il suo corso. Per rendere possibile un futuro di libertà ai due cuccioli di Amarena, dunque, è fondamentale che i due giovani orsi riescano a fare da soli, ora, tutto quello che dovranno fare per il resto della loro vita: procacciarsi cibo, conoscere il territorio in cui muoversi, evitare rischi e minacce.

Monitorare tali animali non significa seguirli a vista, passo dopo passo, poiché una simile attività sarebbe materialmente impossibile, visto il modo in cui si spostano in un territorio di montagna relativamente ampio e considerando che non sono dotati di nessun sistema di riconoscimento (radiocollare, marche auricolari o altro), né ora possono averne. Inoltre potrebbe essere anche potenzialmente dannosa, dal momento che rischierebbe di causare stress nei cuccioli, modificando i loro spostamenti naturali, abituandoli ancora di più alla presenza dell’uomo e facendoli magari disperdere in aree meno idonee. Monitorare tali animali significa combinare attività di osservazione a distanza con attività di monitoraggio a piedi delle aree in cui i giovani orsi si sono spostati per raccogliere i segni di presenza come impronte e escrementi. Grazie a questo lavoro possiamo avere la consapevolezza delle loro attività.

Come sempre, grazie alle attività di monitoraggio, continueremo a tenervi informati sui giovani orsi. Lo continueremo a fare con le stesse modalità di sempre: in modo puntuale, sì, ma anche attento e coscienzioso, con il dovere di informare ma senza quello di soddisfare alcuna “sete” di notizie”.