Occupanti abusivi dello stabile di Via del Sambuco ad Avezzano: incontro in Comune per dare soluzione al problema

AVEZZANO – Lo stabile di Via del Sambuco, periferia sud ovest di Avezzano, al limitare della zona industriale, ancora la centro dell’attenzione.

Dopo la vicenda relativa alla chiusura dello scheletro dell’edificio, mai finito, e la contestuale intimazione ai proprietari di portare a conclusione i lavori sia per questioni di decorso che di ordine pubblico, ora si pone il problema di coloro che all’interno di quell’edificio trovano rifugio.

Oggi pomeriggio, quindi, nel municipio di Avezzano si è tenuta una riunione con il Sindaco Giovanni Di Pangrazio riguardo lo stabile occupato di via del Sambuco.

Il Sindaco Di Pangrazio, da parte sua, ha comunicato iniziative e provvedimenti da parte dell’amministrazione, annunciando che giovedì prossimo si coordinerà con il Prefetto per le soluzioni del caso. Presenti all’incontro delegazione di cittadini residenti in via del Sambuco e i rappresentano dell’Associazione culturale “Piazza Cavour” che per prima sollevò la questione.

Stando all’attuale normativa, con il cosiddetto “Decreto Cutro”, è prevista l’attivazione dei cosiddetti Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria), che al momento rappresentano la modalità ordinaria di accoglienza. Queste strutture vengono individuate dalle prefetture, in convenzione con cooperative, associazioni e strutture alberghiere, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, sentito l’ente locale nel cui territorio la struttura è situata.

Lo stesso “Decreto Cutro” ha poi inoltre creato una nuovo tipo di Cas che possono essere attivati dalle prefetture in caso di indisponibilità nei centri governativi. Tali strutture sono attivate con le stesse modalità dei Cas e si differenziano da questi e dagli altri centri governativi solo rispetto ai servizi erogati che, in questi casi, sono ridotti ulteriormente.

Infatti se, oltre all’accoglienza materiale, nei primi sono previsti l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale e la mediazione linguistico-culturale in queste nuove strutture l’assistenza sociale è esclusa.