Oggi è la Giornata mondiale dell’Arte, celebriamo un nostro patrimonio: l’Aia dei Musei
Per promuovere lo sviluppo, la diffusione e la fruizione dell’arte, l’UNESCO istituisce nel 2019 la GIORNATA MONDIALE DELL’ARTE.
Diverse e numerose sono le dimensioni che l’arte abbraccia; dalla fantasia alla creatività, dalla tradizione all’innovazione, dagli scambi culturali tra popoli all’inclusione, dalla condivisione alla connessione; di certo, l’arte avvicina le persone per conoscere, diffondere, ispirare e persino curare (si pensi all’arte terapia).
Quale modo migliore di celebrare questa giornata, ponendo all’attenzione dei lettori un luogo d’arte locale che narra la nostra storia?
Ebbene, per un luogo che era lago ed è diventato terra, che era terra e case ed è diventato polvere per poi risorgere nuovamente, l’AIA DEI MUSEI di Avezzano si pone come emblema di una storia che è stata, nell’antichità come oggi, costellata di arte. Ed è attraverso l’arte, riscavata e riscoperta, che è stato possibile ricostruire per una gran parte, la storia dei luoghi.
L’Aia dei Musei rispecchia questo doloroso e faticoso percorso di vita del luogo nelle sue due sale che accolgono importanti testimonianze dell’una e dell’altra vita: IL FILO DELL’ACQUA e LE PAROLE DELLA PIETRA che per praticità di esposizione, vengono presentate separatamente ma che risultano interconnesse come l’elica del DNA.
IL FILO DELL’ACQUA è narrazione che inizia con le citazioni degli storici latini e greci e si snoda lungo le disperazioni delle popolazioni rivierasche che subivano i capricci del lago, i progetti degli ingegneri, la portentosa impresa di prosciugamento (terza a livello mondiale nell’ingegneria idraulica dopo il taglio dei canali di Panama e Suez) fino ad arrivare alla radicale trasformazione del territorio e della vita dei suoi abitanti.
Nella sezione de LE PAROLE DELLA PIETRA, silenziosamente ma con potente incisività – come solo ciò che è scolpito riesce a fare – le epigrafi narrano di un piccolo quotidiano ma anche di vita pubblica dall’epoca antica, con il condottiero marso Poppedio Silone, le gloriose città di Marruvium o Alba Fucens e i luoghi sacri come Locus Angitiae, al momento in cui il disastroso terremoto ha azzerato la città e il suo circondario lasciando qua e là prove sicure di una vita scomparsa e totalmente sconosciuta.
Come la letteratura, l’arte racconta la vita e oggi è proprio da dire: W l’arte!