Omicidio Erradi. Dopo sette anni e 20 udienze ancora nessuna sentenza

I fatti risalgono al dicembre 2013 ad Avezzano in via Napoli. Tre giovani del posto uccisero un nordafricano

AVEZZANO – A quesi sette anni dai fatti non trova ancora nemmeno la sentenza di primo grado il processo per l’omicidio di Said Erradi, nordafricano ucciso ad Avezzano nel 2013 per una questione legata al mondo degli stupefacenti.

Ennesimo rinvio, infatti, per il processo, davanti al Gip con rito abbreviato, per i fatti accaduti nella notte tra il 3 e 4 dicembre 2013. Protagonisti furono i fratelli Angelo ed Antonello Ferreri (quest’ultimo deceduto lo scorso anno) e Angelo Rodorigo, tutti di Avezzano e tutti accusati, dall’allora Procuratore Capo della Repubblica di Avezzano Vincenzo Barbieri, di aver investito volontariamente un giovane magrebino di 31 anni, residente ad Avezzano in via Jugoslavia, causandone la morte.

L’accusa che ha tratto in giudizio i rimanenti imputati Angelo Ferreri e Angelo Rodorigo, parla di omicidio premeditato finalizzato ad una rapina nei confronti di Said Erradi, la vittima, visto che allo stesso fu asportato il portafoglio,  successivamente rinvenuto nella corte esterna della Parrocchia San Giovanni di Avezzano, nonché di un tentativo di sottrazione di sostanza stupefacente che lo stesso aveva in possesso.

Lo straniero, dopo un insegimento per le strade della zona, fu investito dall’autovettura condotta da Angelo Ferreri, che lo sbalzò contro un muretto lungo via Jugoslavia, ricadendo nei pressi di un masso.

La dinamica del fatto, ricostruita grazie alle tante testimonianze ai rilievi della polizia scientifica, condusse inizialmente l’allora Gip Taviano, a convalidare l’arresto nei confronti del conducente della vettura, provvedendo alla scarcerazione delle altre due persone coinvolte nel sinistro, che tuttavia furono colpite nell’aprile del 2014 da un’ordinanza di custodia cautelare in virtù delle ulteriori indagini, svolte sempre dagli uomini del Commissariato di Avezzano, che acclararono la loro presunta compartecipazione.

Un procedimento penale in salita per tutti, visto e considerato che alla prima udienza del 20 ottobre, a seguito delle varie questioni preliminari, fu effettuata una richiesta di accertamento peritale su Angelo Ferreri e Angelo Rodorigo, circa la loro capacità, non solo a stare in giudizio, ma anche di intendere e di volere al momento dei fatti, a seguito delle richieste degli Avvocati Roberto Verdecchia, Antonio Milo e Mario Stefano Guanciale.

Accertamento che fu eseguito il 6 marzo 2018. La dottoressa Maria Luisa Rossi, incaricata della perizia, riconobbe entrambi gli imputati capaci di stare in giudizio, ma incapaci di intendere e di volere e non socialmente pericolosi.

Ma il nuovo colpo di scena si ebbe all’udienza del 19 febraio 2019, quando il Procuratore della Repubblica Lara Seccacini, contestò la consulenza ed in virtù delle sue osservazioni, il Gup di Avezzano, Maria Proia decise di far effettuare una nuova perizia sui due e incaricò dell’esame il Prof. Paolo Capri, Presidente dell’Associazione Italiana Psicologi Giuridici, nonché Capo Dipartimento presso l’Università Europea di Roma.

Il Prof. Capri, con una più complessa ed articolata analisi peritale, non ha potuto però far altro che arrivare alle medesime conclusioni della giovane collega marsicana, discostandosi nel giudizio relativamente alla pericolosità sociale dei due imputati, per cui all’udienza del 17 settembre 2019, le parti avanzarono la scelta del rito abbreviato che venne ammesso e fissato per l’dienza che si sarebbe dovuta tenere questa mattina per la discussione.

Nonostante tutto oggi fosse in regola per poter discutere, vi è stato un nuovo slittamento a seguito di una richiesta, da parte di uno dei difensori, per un legittimo impedimento. Ciò ha provocato un nuovo rinvio al 16 giugno prossimo, quando, si spera, la vicenda troverà la sua conclusione, almeno in primo grado.

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