Operaio morto nella fabbrica della Val di Sangro: la vittima è il 46enne Roberto Caporale

LANCIANO –  E’ Roberto Caporale l’ operaio di 46 anni di Lanciano che è morto ieri dopo essere stato investito da un tubo metallico, mentre stava lavorando con una pressa nello stabilimento “Proma” di Atessa, fabbrica dell’indotto automotive della Val di Sangro.

Secondo una prima ricostruzione, Caporale stava operando con una pressa quando è stato colpito all’altezza dell’addome da un tubo metallico espulso dalla macchina.

Apparso da subito in gravissime condizioni è morto poco dopo, nonostante l’intervento del 118 e dell’elisoccorso da Pescara. Il macchinario è stato posto sotto sequestro dalla magistratura.

Un episodio che ha suscitato subito la reazione dei lavoratori dell’azienda, e dei sindacati che hanno sottolineato come si tratti dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro in questa regione.

Per protesta contro questa situazione, quindi, la Fiom-Cgil di Chieti e la Fim-Cisl Abruzzo e Molise hanno proclamato lo sciopero dei lavoratori per due ore a fine turno per oggi 16 gennaio.

Sull’episodio è intervenuta anche la federazione Abruzzo e Molise dell’Usb:

“Il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime è una necessità irrimandabile. A tal proposito da mesi stiamo raccogliendo firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare che prevede l’introduzione di tali reati e che costringerebbe il parlamento ad affrontare il tema”.

L’Usb, dopo aver sottolineato che il 2023 è stato un anno orribile per l’Abruzzo, risultata la regione con il maggior incremento di morti sul lavoro rispetto al 2022 – anno in cui era già aumentato il numero di morti rispetto al 2021 – evidenzia che “la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle Asl e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e occorre prevedere controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti”.

L’Usb ha ribadito, nella riunione del Comitato Regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro tenutasi a Pescara lo scorso 20 dicembre, che “non bastano formazione e informazione, ma serve ben altro per fermare questa carneficina”.

“Nei prossimi giorni – conclude la nota – programmeremo scioperi in tutte le aziende della Val di Sangro in cui siamo presenti, per ricordare Roberto, tutti i lavoratori morti sul lavoro e per chiedere vera giustizia per loro e per le loro famiglie. In questo momento sentiamo che è il modo migliore per mostrare la nostra vicinanza alla famiglia di Roberto. Se i lavoratori muoiono il minimo è che, se vi sono responsabilità, chi le ha deve pagare con la galera”.