Operatori giudiziari precari: manifestazione il 23 novembre di Cgil-Cisl-Uil. Confintesa scrive al ministro. Obiettivo: nessuno escluso
ROMA – Vertenza degli operatori giudiziari precari che rischiano di restare fuori dalla stabilizzazione: il 23 prossimo manifestazione indetta da Cgil-Cisl e Uil, mentre Confintesa Funzione Pubblica scrive al nuovo ministro della Giustizia.
Passaggio delicato, in questa fine anno, per la soluzione della vicenda dei precari della giustizia, oltre trecento persone, che rischiano di restare fuori dal processo di stabilizzazione. Il tutto, peraltro, a fronte della carenza di personale nella maggior parte dei tribunali italiani.
L’esempio di quello di Avezzano, dove gli uffici da mesi vanno in blocco proprio per mancanza id personale, è una icona incredibile di questa situazione paradossale.
Il primo passo è stato fatto da Confintesa Funzione Pubblica che ha inviato una lettera al nuovo ministro della Giustizia del Governo Meloni, Carlo Nordio.
L’intervento di Claudia Ratti di Confintesa Funzione Pubblica
Dopo aver ripercorso l’intera vicenda, iniziata nel maggio scorso senz atrovare una imemdiata e logica soluzione (ma immediata e logica sono due parole che spesso cozzano con la politica), Confintesa scrive in chiusura della missiva, inoltrata anche al ministro della Difesa, Guido Crosetto:
«Chiediamo – scrive la segretaria generale di Confintesa Funzione Pubblica, Claudia Ratti – di intraprendere adeguati interventi normativi utili a disporre, in via preliminare, la proroga dei contratti biennali in scadenza.
in subordine – prosegue la Ratti – , l’adozione di iniziative volte a consentire l’assunzione diretta a tempo indeterminato degli Operatori Giudiziari attualmente in servizio, quali vincitori di concorso, ed ingiustamente esclusi dalla procedura di stabilizzazione di cui all’art.17 ter D.L. 36/2022 conv. in L. 79/2022 e del conseguente Provvedimento reso dal Ministero della Giustizia l’11.11.2022.
Chiediamo – conclude -, inoltre, un incontro per rappresentare al meglio la questione».
Contemporaneamente, poi, Cgil-Cisl-Uil hanno deciso di convocare una manifestazione a Roma, il prossimo 23 novembre, per sostenere la battaglia die precari dela giustizia, che si chiamerà, sinteticamente: “Stabilizzazione Precari della Giustizia Nessuno Escluso!”.
La posizione di Cgil-Cisl-Uil per la manifestazione del 23
«È noto che gli uffici giudiziari si avvalgono da anni della fattiva collaborazione di lavoratori precari, Costoro, dopo oltre dieci anni di precariato, solo di recente sono stati assunti con contratto di lavoro a tempo determinato e sono stati inquadrati nella figura professionale dell’operatore giudiziario.
Orbene il contratto di lavoro di questi lavoratori, purtroppo, risulta in scadenza a partire dal 31 dicembre prossimo e, a seguire, il 16 gennaio, il 24 marzo e il 6 giugno 2023.
Nello specifico i predetti operatori giudiziari a tempo determinato sono circa 1600. Per la maggior parte si tratta di lavoratori che, in molte regioni italiane, hanno prestato servizio negli uffici giudiziari per ben 10 anni, sotto le mentite spoglie di tirocinanti.
Tra i predetti operatori vi sono anche 250 lavoratori assunti con riserva di Legge D.Lgs. n. 66/2010 artt. 1014 e 678.
CGIL CISL UIL chiedono che siano adottati i provvedimenti normativi necessari a garantire, nelle more dell’espletamento della procedura assunzionale, la proroga dei contratti in scadenza nonché l’ampliamento della platea dei beneficiari della procedura di stabilizzazione al fine di ricomprendere tutti gli Operatori Giudiziari con rapporto a tempo determinato attualmente in servizio».
Ora si spera che il nuovo governo prenda una decisione definitiva su questa vicenda che, oltre ad impattare sulla vita di 1600 persone che rischiano di restare senza lavoro e reddito, va ad incidere su una delle sfere più delicate della vita di un paese, ovvero quello dell’amministrazione della Giustizia.