Orsi e ambiente. Paolo Forconi: «Gli orsi soffrono la fame nel Parco Nazionale. È record di danni e di orsi che mangiano rifiuti»

PESCASSEROLI – Gli ultimi dati relativi alla vita dell’Orso marciano, relativi allo scorso anno, ripropongono, immancabilmente, lo tesso tema: è l’orso che deve adeguarsi all’ambiente antropizzato, oppure l’uomo deve cercare di convivere in un ambiente naturale creando meno danni e problemi possibile?

Stando ai dati, infatti, il 2023 sarebbe stato l’anno record dei danni causati dagli orsi e, soprattutto, degli orsi affamati che mangiano rifiuti.

Sulla questione interviene il ricercatore e zoologo Paolo Forconi che ripropone la sua linea, cioè quella di fare in modo che l’orso abbia più cibo possibile nel suo territorio, e quindi naturale, evitando che vada nelle zone abitate, che sicuramente, oltre a non essere il suo habitat naturale, comportano per i plantigradi una serie di problemi.

«È uscito il Rapporto Orso Marsicano 2023 ed è interessante notare il record dei danni da orso, oltre 160.000 € nel 2023. È il record dei danni totali da orso negli ultimi 20 anni ed anche il record dei danni agli apiari (57.000 €) ed alle colture (38.000 €).

Sono stati 12 gli orsi nei paesi in autunno 2023, dei quali almeno 4 che si alimentavano di rifiuti – dice Forconi -. Mai un numero così elevato! Oltre a Petra, Gemma e al maschio in zona parcheggio Camosciara-Val Fondillo, riportati dal Parco, anche un orso nel parcheggio in Val Canneto.

Eppure, negli ultimi anni il Parco ha fornito centinaia di misure di prevenzione dei danni (recinti elettrificati, pollai anti-orso, porte anti-orso).

L’aspetto da notare, ancor più interessante – prosegue -, è la fluttuazione annuale dei danni da orso, con valori contenuti nel 2018, 2020 e 2022, mentre valori più che doppi sono stati riscontrati nel 2019, 2021 e 2023.

La differenza tra gli anni risiede solo in un unico fattore: l’abbondanza o scarsità della faggiola. Le misure di prevenzione sono in pratica inutili – sottolinea lo zoologo -, perché gli orsi si spostano sempre più lontani, alla ricerca di cibo, come nella Piana del Fucino ed a San Benedetto dei Marsi…

Boitani e il Pnalm affermano che gli orsi non sono deperiti (è ovvio perché mangiano rifiuti, miele, galline, carote e frutta coltivata), ma non ammettono la scarsità di cibo in natura, anche se gli studi che ho pubblicato – conclude Paolo Forconi – dimostrano il contrario ed è lo stesso fenomeno che avviene in diverse parti del mondo, dall’Europa centrale, al Nord America, al Giappone».