Ortona. La testimonianza di Luca Scorpiglione: dalla squadra di calcio alla squadra dei medici contro l’avversario Coronavirus
Un giovane in prima linea che ogni giorno visita pazienti Covid nelle loro case.
Luca Scorpiglione, un ragazzo che gioca con la squadra del Victoria Cross Ortona, squadra nel girone E di Seconda Categoria abruzzese, ha raccontato la sua vita di questi giorni in prima linea contro il Coronavirus, lasciando una storia a tutti noi che difficilmente non tocca il cuore di chiunque.
Luca lavora presso l’Ospedale di Penne, città uscita da poco dalla zona rossa e fa parte dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale ( USCA ). Il suo lavoro consiste nel fare assistenza medica ai pazienti Covid positivi che non possono essere visitati dai medici di base : fa così visite casa per casa e anche monitoraggio telefonico.
Ha raccontato la sua storia all’amico Giampiero Misci, la vita di queste settimane nelle quali è impegnato a combattere il Covid 19,. L’amico ha riportato i fatti sulla sua pagina Facebook, catturando la commozione di molti ortonesi, compaesani di Luca, tra chi lo conosce e tra chi no.
Luca ha riportato la storia di una sua recente visita domiciliare ad una giovane ragazza, e proprio mentre stava andando via, l’ha sentita tossire in una maniera ” indemoniata “.
Ha così chiamato prontamente il 118: alla ragazza, una volta giunta in ospedale, hanno riscontrato una polmonite interstiziale e ora sta andando verso la guarigione.
Dopo molte testimonianze di famigliari morti, ritardi negli esiti dei tamponi, contagi a non finire nei reparti, finalmente una storia degna di quell’etichetta che, ormai da settimane, viene affibbiata a chi lavora così vicino ai pazienti infetti: EROI, ANGELI…
Luca lavora anche dodici ore al giorno ininterrottamente, dentro quelle tute impermeabili il caldo è asfissiante e ogni giorno compromette la propria vita perché il rischio di contagiarsi a sua volta è alto ( purtroppo, ad oggi, sono più di 150 i medici che hanno perso la vita).
Durante la conversazione con l’amico Gianpiero Misci, fa un’indimenticabile analogia tra il covid ed il calcio: “Giampie’, hai presente quando in una partita tu attacchi attacchi e non riesci a fare goal? Qui ti fai un mazzo ogni giorno ma continuano a morire persone ed aumentare i contagi… Speriamo di segnare, anche al novantesimo, ma dobbiamo farlo sto benedetto goal!”
Tutto il mondo è grato a medici, infermieri, ricercatori, agenti del 118 e della Protezione Civile, Oss, personale amministrativo, delle pulizie e sanificazione, tutti, davvero tutti per tutto quello che stanno facendo.
La testimonianza di Luca ci racconta così anche del rovescio della medaglia, una ventata di aria fresca, di quelle buone notizie che sempre di più prendono piede in questi ultimi giorni, dopo settimane di buio per tutti noi italiani e per i cittadini di tutto il mondo.
Se poi è un così giovane ragazzo a dircele, ancora di più.
Oggi Luca ha nuovamente scritto all’amico Giampiero, ha voluto ringraziare le numerose persone che lo hanno contattato dopo che ha divulgato la sua storia, dedicando un momento per la sua città, Ortona, in merito ai problemi economici che molti suoi compaesani (e non solo) affronteranno nelle prossime settimane:
Ti ringrazio per aver diffuso la nostra chiacchierata. Sai bene che tengo molto alla mia privacy e che non amo l’auto-celebrazione a mezzo social, tuttavia ho apprezzato tutte le manifestazioni d’affetto e mi permetto di usare te per ringraziare tutti.
Credo sia importante per ognuno di noi avere una funzione utile alla comunità e, nel mio piccolo, sono onorato di poter svolgere questo lavoro perché so che può dare un piccolo aiuto: ricordo a tutti però, che è solo un lavoro e che tutti possono aiutare.
Stiamo vivendo una guerra, ed in guerra vengono purtroppo ricordati solo i generali ed i soldati caduti (egoisticamente spero di non far parte di questi ultimi).
Ho imparato una lezione importante dai racconti di mio nonno: una volta terminata, ne inizia un’altra. Inizia la guerra per riportare lo status quo ante.Ogni giorno che passo qui mi accorgo che il problema socio-economico è più importante di quello medico.
Molti amici hanno perso o perderanno il lavoro, molti commercianti non hanno o non avranno la forza di riaprire i loro negozi. E potrei continuare all’infinito.In definitiva penso che, invece della celebrazione di un umile medico, il messaggio più importante da diffondere sia: non facciamo morire la nostra comunità, NON FACCIAMO MORIRE LA NOSTRA BELLA ORTONA.
Mi rivolgo a chi, nonostante tutto, si ritrova in una condizione di relativo benessere economico: non aspettiamo a braccia conserte l’aiuto della politica o del Signore, AIUTIAMOCI.
Sei un imprenditore? Fai il possibile per non licenziare i tuoi operai.
Possiedi un locale commerciale? Fai il possibile per non riscuotere l’affitto.
Hai mantenuto il tuo reddito? Mangia nei nostri ristoranti, bevi nelle nostre enoteche, compra scarpe e vestiti dai nostri negozi.Ognuno di noi può essere un eroe.
Con amore,
Luca Scorpiglione