Ospedale di Avezzano. Il reparto infettato…

AVEZZANO – Giorni fa abbiamo accennato ad un reparto dell’Ospedale di Avezzano dove a seguito del crescere del numero dei positivi, alla fine è stata decisa la chiusura con trasformazione in “reparto-Covid19”.
Su questo reparto vogliamo condurre una indagine fondata essenzialmente sul ragionamento…

Abbiamo un reparto come quello di figura, con 27 posti letto e la presenza completa di pazienti ad occupare tutti i posti letto disponibili, con compresenza di 7 membri del personale sanitario (almeno due medici e il resto infermieri e operatori sanitari).
L’ambiente di per sé è compartimentato e aperto agli accessi.

Figura con rappresentazione schematica del reparto e dell’algoritmo grafico di analisi della infettabilità

Non costituisce un sistema isolato, almeno inizialmente e, comunque, non è chiuso come un reparto “grigio”.

La domanda che ci poniamo è se sia possibile che si raggiunga in esso la condizione di “totalmente infetti” per tutti i presenti stanti le caratteristiche note del Sars-CoV2 di diffusività e di infettabilità.

Si rammenta che il famoso rapporto R0 all’inizio della pandemia fosse circa 3 e, similmente, durante di essa il rapporto Rt sia sceso da circa 3 a <1, mentre l’indice K è stato stimato poter essere anche più elevato di quanto non ci si aspetti, ovvero pochi individui positivi con “carica virale elevata” potrebbero infettare molte più persone di quelle indicate da Rt rispetto a molti individui con “carica virale bassa”.

Inizialmente, tutti i degenti al reparto sono stati analizzati e classificati “negativi” al tampone (data inizio 28.10.2020), circa 15 giorni dopo un paziente risulta affetto da polmonite (era tuttavia negativo all’ingresso) e viene trasferito a zona per malattie infettive ed il reparto completamente sanificato e vengono ridotti gli accessi agli esterni (parenti e assistenti dei degenti).

Dopo altri 15 giorni (27-28.10.2020) scatta l’emergenza con due medici rilevati positivi e alcuni infermieri nelle medesime condizioni. Vengono dimessi, nel frattempo alcuni pazienti previa effettuazione dei tamponi dei quali si perde traccia, causa un trasferimento dal laboratorio dell’Aquila a quello di Pescara. Dopo circa 1 settimana tutti i tamponi son dichiarati “positivi” e quindi il reparto viene dichiarato “completamente positivizzato”.

A questo punto viene da chiedersi se sia possibile che il reparto possa essersi saturato completamente. Dall’algoritmo grafico della Fig. 1 risulta che un possibile infetto (positivo) possa trasmettere ad un numero di persone da 1 a 3 e perché ci sia trasmissione all’intero reparto (27 +7=34 persone) dovrebbe avere una elevata carica virale (k elevato), ovvero si dovrebbe essere realizzata la condizione di cluster di superdiffusori.

Con il reparto isolato agli esterni, l’unica via di comunicazione sarebbe costituita dal personale che accede periodicamente e con turnazione. L’ingresso di possibili ulteriori positivi, quindi, potrebbe avvenire solo per contagio esterno degli stessi che accedono (personale sanitario). In ogni caso, statisticamente, appare poco probabile una saturazione complessiva del reparto, la qualcosa ci riporta alla attendibilità dei tamponi dichiarati “positivi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *