Ospedale di Avezzano, interrotto da oltre tre mesi il test di screening uditivo neonatale
Fedele (M5S): «Il reparto aveva segnalato il rischio rottura oltre un anno fa, inascoltati da Asl e Assessore»
AVEZZANO – «Ad Avezzano è bloccato da oltre tre mesi lo screening uditivo per la diagnosi precoce della sordità congenita dei neonati.
Il macchinario si è rotto ed è impossibile ripararlo a causa della vetustà che lo vede fuori dalla copertura dell’assistenza tecnica.
Un disastro annunciato poiché il Reparto di pediatria e neonatologia aveva richiesto, già da aprile 2021, la sostituzione dello strumento con una nota ufficiale che però è stata ignorata per oltre un anno da Asl e Assessore alla sanità.
Il risultato di questo immobilismo ci porta oggi a non avere più attivo un servizio di primaria importanza per i neonati e per le loro famiglie che in assenza di tale test non hanno la possibilità di riscontrare tempestivamente i problemi uditivi in fase neonatale.
Nella stessa situazione dell’Ospedale di Avezzano è il nosocomio di SS Annunziata di Sulmona.
Per eseguire l’esame le famiglie di tutta la provincia aquilana sembra siano costrette a viaggiare con i bimbi di pochi giorni verso il Capoluogo, che sarebbe l’unico ospedale del territorio a garantire ancora il servizio» a renderlo noto è il Consigliere regionale Giorgio Fedele che a seguito delle molte segnalazioni da genitori in difficoltà ha deciso di presentare un accesso agli atti per avere informazioni in merito.
«Ancora una volta dalla lettura delle carte si evince che la Asl e l’Assessore alla Sanità ignorano le richieste di un reparto dell’Ospedale marsicano che, con grande responsabilità e lungimiranza, ha avvisato per tempo la struttura che l’apparecchiatura aveva poco tempo di attività.
Mi chiedo come si possano ignorare per oltre un anno le richieste di professionisti che lavorano sul campo giorno e notte per garantire un servizio sanitario degno all’utenza.
Da Aprile 2021 l’Assessore non ha mosso un dito ed è stato deciso solo ad aprile 2022 di indire una gara per l’acquisto, che successivamente è stata avviata solo a giugno dello stesso anno.
Oltre un anno dopo! Con il risultato che dai primi di maggio i test sono fermi e non si sa quando potranno ripartire.
Questo esame, tra l’altro, è inserito nei LEA, quindi in quei livelli essenziali di assistenza che devono essere garantiti anche per evitare possibili nuovi commissariamenti. Anche Sulmona ha dovuto interrompere i servizi per le stesse motivazioni ma addirittura per L’Ospedale SS Annunziata non c’è traccia neanche di un affidamento di gara per l’acquisto del macchinario.
Eppure non stiamo parlando di enormi risorse, basti pensare che nel bando di acquisto per il macchinario in questione viene stimato un costo di circa 7 mila euro, davvero poco se pensiamo alle risorse di una Asl.
Eppure nella Asl 1 è impossibile comprare strumentazioni superiori ai 5 mila euro a causa di una delibera aziendale, emanata dal Direttore Romano, con il benestare della Verì, proprio con il fine di sanare i debiti che sono stati creati in questi anni.
La verità è che il servizio sanitario in provincia dell’Aquila è abbandonato a se stesso, con un assessore immobile che ha nominato un direttore generale Asl capace solo di applicare tagli lineari.
Probabilmente l’unico fine è quello di risanare i buchi nei conti creati dalla pessima gestione che il centrodestra ha fatto della sanità pubblica aquilana.
Tutto questo è inaccettabile e non saranno certo i cittadini a pagare i debiti della mala gestio a firma centrodestra dei conti della Asl.
Inoltre voglio sottolineare che al mio accesso agli atti hanno risposto in modo parziale continuando a denotare poca trasparenza nella gestione dell’Azienda sanitaria che a oggi, alla luce di tutti i disservizi in essere, non è più tollerabile.
Questo caso rientra nella battaglia che sto conducendo da mesi ormai al fianco di tanti operatori sanitari e cittadini, in cui è chiaro che da una parte c’è il personale che con abnegazione e professionalità porta avanti un servizio alla cittadinanza e dall’altro una classe politica regionale e una dirigenza Asl che ignora le richieste di medici, infermieri e OSS, e le esigenze di un intero territorio.
Io ho ben chiaro da che parte stare e non arretrerò di un millimetro nel chiedere conto a questi signori, tanto in Consiglio regionale che nelle mie funzioni di sindacato ispettivo, su come stanno gestendo le risorse pubbliche e cosa stanno attuando per garantire a tutti il diritto alla salute che dovrebbe esserci in uno stato di diritto» conclude.