Ospedale Renzetti. Taglieri: chiudere il reparto di medicina e sanificare. Pettinari, sulla Asl di Pescara: sono indispensabili i tamponi per il personale sanitario
PESCARA – Il Vice presidente della Commissione Sanità di Regione Abruzzo
Francesco Taglieri, torna ad analizzare la situazione che si sta
vivendo all’interno dell’ospedale Renzetti di Lanciano in piena
emergenza Coronavirus: “La struttura – afferma – sarebbe dovuta essere
Covid Free. Si sta invece concretizzando l’esatto opposto, con una
elevata concentrazione di casi presenti all’interno della struttura,
ed è necessario intervenire in fretta. Quanto successo in Ortopedia,
dove si è aspettato giorni prima della chiusura del reparto a seguito
dei casi positivi al COVID-19 tra pazienti e personale sanitario, non
deve ripetersi in altre aree dell’ospedale. Per questo, vista la
comprovata presenza del contagio anche in Medicina, chiedo che il
reparto sia immediatamente chiuso e gli ambienti sanificati”.
“Purtroppo la situazione – prosegue – è grave: ci sono in malattia tre
medici, di cui due positivi al tampone, e nove infermieri, per i quali
stiamo aspettando il risultato dei test, ma dai sintomi che
manifestano tutto lascia credere che possano essere positivi al
Coronavirus. Il personale che ancora rimane in reparto non ha
Dispositivi di Protezione Individuali adeguati per affrontare
l’emergenza. Addirittura ci sono Operatori Socio Sanitari delle
cooperative che lavorano all’interno di Medicina, e che sono a stretto
contatto con i malati per cura, igiene e assistenza in toto, costretti
ad arrangiarsi con mascherine create artigianalmente con la carta da
forno, non ricevendo materiale idoneo. Inoltre siamo in attesa anche
dei risultati dei tamponi fatti ai pazienti. Non so cosa altro debba
succedere affinché qualcuno dalla direzione generale della Asl si
attivi per bloccare il reparto, o affinché sia lo stesso primario a
chiudere la struttura per igienizzarla”.
“La definizione di Covid Free viene ulteriormente smentita da ciò che
accade con i pazienti che arrivano in pronto soccorso pre triage.
Questi non devono in alcun modo entrare in altri reparti, come
Radiologia, per fare analisi. Altrimenti quella che, per definizione,
dovrebbe essere una zona pulita dal Coronavirus, diventa zona sporca”.
“È evidente – conclude – che quello che stiamo vivendo in questi
giorni sia il momento più difficile dall’inizio dell’emergenza, e
siamo consapevoli della delicatezza della situazione. Proprio per
questo, stiamo continuando a portare avanti il lavoro di segnalazione
dei problemi all’Assessore alla Sanità Verì, proponendo alcune
soluzioni possibili. Tuttavia sto già preparando un’interpellanza
affinché la maggioranza di centro destra renda noto, al momento
opportuno, il quadro sui ritardi negli interventi a protezione del
personale sanitario, sia in termini di carenza di dpi che di tamponi.
La massima tutela della salute dei cittadini deve rimanere il primo
obiettivo da perseguire, e noi lavoreremo perché tutti gli organi del
governo regionale e i vertici della Asl Lanciano Vasto Chieti non lo
dimentichino”.
ASL PESCARA PIU’ COLPITA DA CORONAVIRUS, Il VICE PRESIDENTE DOMENICO PETTINARI: “BISOGNA INTERVENIRE PER TUTELARE PERSONALE SANITARIO E PAZIENTI, INOLTRE HO SCRITTO ALL’ASSESSORE VERI’ PER PROTEGGERE I CITTADINI
DIPENDENTI DA FARMACI SALVAVITA”
“Sono indispensabili i tamponi per il personale sanitario, che siano
infermieri, medici oppure OSS. Un intervento da attuare immediatamente
nella Asl di Pescara, più colpita dal Coronavirus, ma anche in tutto
il resto della regione. I motivi sono diversi primo fra tutti perché
il personale entra continuamente a contatto con casi a rischio e, se
asintomatici, potrebbero infettare altri pazienti o colleghi nei
reparti.
Dobbiamo mettere in sicurezza chi sta combattendo in prima
linea questa battaglia per tutti noi” ad affermarlo è il Vice
Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che continua “Ci
arrivano centinaia di chiamate ogni giorno, richieste di aiuto e
segnalazioni che con pieno spirito collaborativo giriamo
repentinamente all’assessorato alla sanità e agli organi competenti.
Tante di queste chiamate, però, arrivano proprio dal personale
sanitario che ci segnala continuamente problematiche che in questo
periodo si traducono in una vera e propria emergenza. Il pronto
soccorso è una trincea – incalza Pettinari – lì arrivano tutti i
pazienti, anche casi non sospetti e asintomatici, che quindi non
vengono accolti nella postazione per il triage esterna alla struttura.
Ma poi, una volta ricoverati per altre patologie, risultano positivi
al Coronavirus mettendo a rischio l’intero reparto. Proponiamo,
quindi, che il pronto soccorso sia dotato di una TAC dedicata che, a
detta dei medici che ci hanno contattato, basterebbe per un’analisi
dei polmoni e permetterebbe di non far entrare in altri reparti,
diversi dal reparto dedicato, pazienti con polmoni compromessi, e
questo rappresenterebbe sicuramente un primo screening molto
importante.
Ci rendiamo conto che gli ospedali sono stati investiti da un vero e
proprio Tsunami, questo impatto nella Asl di Pescara come nelle altre
era purtroppo prevedibile. Anni di tagli alla sanità hanno portato i
nostri ospedali a fronteggiare un’emergenza già con una carenza di
personale in partenza. Carenza che oggi è ancora più pesante perché i
ricoveri sono moltissimi e i posti pochi. Il nostro personale sta
facendo oltre il possibile ma bisogna intervenire immediatamente con
nuove assunzioni, anche per un tempo determinato, in modo da
consentire la cura sia dei pazienti malati di Covid-19 sia di quelli
con altre patologie che hanno necessità e diritto alle cure. Il
personale sanitario va poi equipaggiato con Dispositivi di Protezione
Individuale (DPI) come mascherine a norma, queste anche per i medici
di base, che guanti, camici e tutto quanto necessario alla protezione
di chi sta svolgendo una funzione necessaria all’interno della nostra
comunità. Anche l’ottimizzazione dei locali è una necessità imminente,
perché le strutture della Asl di Pescara, a causa del numero più
elevato di contagi di tutta la regione, sono piene e i pazienti devono
essere dislocati in altre strutture. Pescara è un centro nevralgico
anche per la presenza del laboratorio di riferimento per le verifiche
sui tamponi. Ulteriori assunzioni, a mio avviso, andrebbero fatte con
personale qualificato per il laboratorio analisi, al fine di
effettuare un elevato numero di analisi e consentire a tutti quei
cittadini che riscontrano dei sintomi e sono in casa di poter
effettuare il tampone e capire se si tratta di Covid-19 o altre
patologie. Lasciare sole delle persone in questo momento può
rappresentare la differenza tra la vita e la morte, e questo non
possiamo permetterlo.
Ribadiamo, inoltre, la necessità di seguire le indicazioni nazionali e
locali per evitare la diffusione del contagio. Rimanere a casa è più
importante che mai ecco perché abbiamo chiesto all’assessore Verì un
sollecito per l’attuazione della Ricetta Elettronica Dematerializzata
(DEM) anche per quei farmaci salvavita che sono previsti dalle
cosiddette “ricette rosse” le quali, non essendo sottoposte a
dematerializzazione, obbliga i pazienti e i loro familiari a fare
tutto ciò che è in contrasto con Decreti e Ordinanze, ossia restare a
casa.
Abbiamo evidenziato all’Assessore Verì e al Presidente della Giunta,
tramite sollecito ufficiale dell’attuazione della Nota Prot. Segr. n.
25/2019, che attualmente la ricetta rossa deve essere ritirata di
persona, dal paziente o suo familiare, presso lo studio del medico
curante che la prescrive, poi il paziente o suo familiare deve recarsi
fisicamente presso la farmacia per prenotare il farmaco salvavita in
DPC e il giorno successivo, il paziente o suo familiare, deve recarsi
nuovamente in farmacia per poter ritirare il farmaco salvavita. In
totale sono tre uscite che oggi rappresentano un elevato rischio per
la salute del paziente o dei suoi familiari. Abbiamo chiesto a questo
proposito di conoscere quali provvedimenti la Regione Abruzzo intende
adottare al fine di fornire una concreta soluzione per arginare e
risolvere la condizione di difficoltà in cui, in questo momento di
eccezionale gravità, si trovano i pazienti con necessità di assunzione
dei farmaci salvavita”. Concl