Ovindoli. Convegno sulla “Questione Giuliana”

I precedenti storici, le guerre, le foibe, l’esodo

di Angela Rubini

AVEZZANO – Uno spaccato di storia italiana e non solo. Crudele. Vera. È quello che è stato presentato dal Generale di divisione dell’Esercito Vero Fazio nel corso della conferenza dal titolo: LA QUESTIONE GIULIANA – i precedenti storici, le guerre, le foibe, l’esodo che si è tenuta venerdì 1° novembre presso la Sala multimediale di Ovindoli.

Alla presenza di un folto pubblico il dott. Ugo D’Elia, organizzatore dell’evento, ha introdotto il Sindaco di Ovindoli, Simone Angelosante, che si è detto onorato di ospitare, ancora una volta, il Generale Fazio ed ha espresso apprezzamento per il tema affrontato che, per decenni è stato volutamente “dimenticato “da chi la storia la scrive e offuscato alla conoscenza dei popoli.

Esodo degli italiani dal confine jugoslavo (foto dal blog dello storico Andrea Riccardi)

Il Generale Fazio ha affrontato – con la serietà e il rigore che connotano tutti i suoi studi – il tema grave e doloroso dell’etnocidio condotto all’indomani dell’8 settembre quando, alla fine della 2^ guerra mondiale, i partigiani titini “si vendicarono” di numerosissimi italiani che – unica colpa – vivevano in un territorio che era conteso dall’Italia e dalla Jugoslavia.

 Le foibe – naturali cavità scavate nella roccia carsica dalla continua erosione dell’acqua – hanno accolto, dal 1943 fino al 1948, ben oltre 7.500 persone (ma c’è chi ne ha stimate 20.000): alcune, uccise e precipitate poi nelle cavità e altre, vive, buttate giù e poi lasciate morire di fame e di stenti.

Inoltre, circa 300.000 persone furono costrette a lasciare le loro terre, i loro averi, beni e risparmi e andar esuli per il resto dell’Europa.

Per far salva la ragion di Stato, sia l’Italia sia il resto d’Europa hanno taciuto per decenni l’orrenda strage. Infatti, al termine della 2^ guerra mondiale, con la costituzione dei due blocchi militari – NATO ad occidente e Patto di Varsavia ad oriente – la Jugoslavia, che aveva guadagnato ai suoi territori l’Istria, Fiume e la Dalmazia si poneva come “zona-cuscinetto” tra l’Italia e il blocco sovietico. La Jugoslavia assunse così una notevole importanza strategica in previsione di un possibile conflitto tra i due blocchi: infatti, le truppe comuniste, prima di arrivare in Italia, avrebbero dovuto attraversare la Jugoslavia e tale condizione – come è ovvio – offriva all’Italia un vantaggio per organizzare la propria difesa.

All’indomani della caduta del muro di Berlino e, con esso, la necessità di salvaguardare la “zona-cuscinetto”, la verità storica è finalmente venuta alla luce.

L’esposizione condotta dal Generale Fazio non ha tralasciato alcun accadimento importante e significativo, dando modo agli attenti ascoltatori di conoscere i fatti storici e, se mai ce ne fosse stato bisogno, di comprendere che l’odio e la violenza, a qualunque parte politica appartengano, sono comunque da condannare. 

Dal 2005 è stata istituita per questa tristissima pagina di storia patria la GIORNATA DEL RICORDO che si celebra il 10 febbraio di ogni anno.

In apertura di conferenza il Coro Altopiano delle Rocche ha offerto un piccolo repertorio di canti degli Alpini e, nel momento conclusivo, si esibito in uno struggente e delicato canto della terra Giulia.

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