Passato, presente e futuro, il castello Orsini-Colonna di Avezzano evoca un fascino indissolubile
AVEZZANO – Meraviglie senza tempo affiorano tra i passi curiosi dei nostri sipari emozionali.
La nostra anima infatti, come fosse una spugna desiderosa di assorbire ‘bellezza’, ci proietta nell’amore di quel passato che conserva delle radici ben salde.
Proprio come una favola ricamata dal miglior scrivano commemora l’importanza della storia contornandola di meraviglia.
Si tratta del castello Orsini-Colonna di Avezzano, costruito nel 1490 per volere di Gentile Virginio Orsini (detto anche Gentile Virgilio), sui resti di una torre eretta nel 1181 da Gentile di Palearia o Pagliara, signore del feudo avezzanese.
Susseguentemente, nel periodo Cinquecentesco, la struttura fu ampliata e fortificata da Marcantonio II Colonna, vincitore della battaglia di Lepanto.
In stile Medievale-Rinascimentale, fu oggetto di diversi restauri tra cui la ristrutturazione parziale del 1994 motivata dai deterioramenti del terremoto marsicano avvenuto nel 1915.
L’imponente fortilizio quadrangolare, presenta quattro torri perimetrali, di cui ognuna esalta la morbidezza della forma circolare.
Antecedentemente dotate da tre livelli di sporgenze ornamentali e merlature, parte della lavorazione fu compromessa a seguito del noto sisma.
Tuttavia, solo la torre della facciata a sinistra conserva una parte delle tre sezioni decorate meticolosamente, mostrandoci un chiaro esempio di dedizione progettuale che andò oltre l’utilità del fortilizio, poiché il valore estetico fu fortemente connesso nell’ideazione.
Attenzionando il portale della facciata noteremo due file di piedritti per lato a conci in lavorazioni cicliche del soggetto, ossia delle sorti di piramidi concatenate in colonne che offrono alla visione un piacevole movimento artistico materico, sia sulla forza delle luci che sulle ombre in essi riflesse.
Sopra al sobrio portone sagomato in rettangoli, troviamo l’architrave con delle incisioni latine ora incomplete poiché compromesse dal tempo, lasciandoci ricongiungere all’operosità dei conti e duchi nella presa del feudo di Avezzano.
Ai lati, due orsi elaborati in bassorilievo rappresentano i simboli della famiglia Orsini mentre, al centro, vi è di spicco lo stemma dei Colonna.
Fascinoso è il ponte levatoio che congiunge il portale alla terraferma, poiché la pregevole struttura è circondata da un fossato prosciugato ma arricchito dalla vegetazione.
Inoltre, il castello è fornito di un secondo portale di accesso sulla facciata dominante, sormontato da una lapide con scritte le imprese della famiglia Colonna nella presa di Avezzano.
Sul lato sinistro del fortilizio troviamo anche un altro ingresso di umile manifattura ma anch’esso di efficace utilità.
L’interno del fortilizio presenta una struttura moderna
Spostandoci al suo interno, avremo un impatto confinante tra l’estetica storica e quella moderna, poiché l’integrità della fortezza fu distrutta dal corso degli eventi e, ad oggi, si presenta con un auditorium e delle sale espositive per accogliere le mostre di arte contemporanea.
Al piano superiore troviamo un’ampia pinacoteca comunale che prende il nome di “Ernesto Pomilio” – critico d’arte 1923-1987 e, al suo interno, vi sono delle bellissime riproduzioni plastiche della stazione di Avezzano nei tempi del 1920 e di uno scorcio del centro storico di Avezzano ambientato agli inizi del 1900.
Queste opere vennero eseguite laboriosamente dai presepisti del Comitato di Quartiere San Francesco, lasciando affiorare nella loro dedizione l’amore per questi luoghi e offrendo al pubblico quel senso di tranquillità e benessere emotivo tanto cercato nelle opere d’arte.
Così come vi è di pregio artistico l’ampia paesaggistica del plastico avezzanese che possiamo amorevolmente osservare beneficiandone delle minuzie.
Dirigendoci al primo piano, un’accogliente sala adibita ad auditorium ci avvolge con il suo predominante blu delle poltrone e, in loco, troviamo dei reperti storici come il suggestivo pozzo, dei colonnati e un’iscrizione su marmo che riporta quanto segue:
Questa porta ogivale appartenne al primo castello di Avezzano distrutto nel 1361 dal duca d’Andria Virgilio Orsini. Nell’anno 1490 qui la sistemava per il ponte levatoio. Murata dai principi Colonna nel ‘500 venne riscoperta nel 1962 durante i lavori di restauro eseguiti dal locale genio civile.
Sicché, avvicinandoci in questo stupendo luogo, faremo un bellissimo incontro con le idee dei nostri predecessori, raccogliendone ogni forma di ricchezza che può ricongiungersi allo stato attuale e lasciandoci ispirare, sulla nostra pelle percepiremo la sensazione di aver fatto ritorno al passato con la sublime bellezza etica che ci accoglie in ogni istante nella visione estetica.
Si tratta dunque di un castello che racchiude il suo tempo nel “non tempo” poiché continua ad esserci con la stessa importanza e forza ammaliante, preservando nella sua presenza delle morali interessanti radicate dalla “storia eterna”.
Metaforicamente, quasi come a voler richiamare il valore delle sorelle, dei fratelli e dei cugini, i quali essendo gli unici compagni familiari dell’intero corso della nostra vita, poichè generalmente sono i più vicini alla nostra età, possono farci dono del loro ‘passato, presente e futuro’.
Ebbene, questa opera architettonica regnando con il valore del “sempre” può trasmettere proprio questo, ossia l’importanza di quei rapporti indissolubili che non potranno mai essere sovrastati dall’evolversi di nuovi arrivi.
Pertanto, in questo posto magico e con la giusta compagnia, potrete vedere oltre l’immagine di un castello, servendovi di quei significati intensi che si manifestano nei cuori di ognuno di noi lasciandoli propagare nella luce delle nostre radici.