Pecora appesa ad un’altalena in un parco giochi di Pizzoli e sgozzata davanti ai passanti. Ma dove vuole arrivare la crudeltà dell’uomo?

L’AQUILA – Provoca ribrezzo e rabbia ciò che si legge quasi quotidianamente attorno al maltrattamento agli animali da parte dell’uomo.

Così come crudele appare agli occhi di chi viene a conoscenza di ciò che è successo a Pizzoli, un Comune in provincia dell’Aquila, dove due nordafricani si sono cimentati in un qualcosa che neanche il diavolo sarebbe capace di fare (o forse si).

Due tunisini, infatti, qualche giorno fa, hanno trascinato una pecora in un parco giochi, l’hanno appesa ad un’altalena e l’hanno sgozzata infischiandosene del gesto fatto e del luogo nel quale lo hanno eseguito.
Di storie di maltrattamenti agli animali purtroppo se ne leggono tante.

Tuttavia poco si fa seppur alcuni parlamentari iniziano a cimentarsi in timidi tentativi di proposta normativa.

A dir la verità di leggi volte a dissuadere la persona dal praticare questi gesti crudeli ce ne sono già.
Spesso, però, per non dire quasi sempre, chi si rende autore di questi atti resta praticamente impunito.
Resta da dire che maltrattare gli animali non è solo sgozzarli in pubblica piazza.

Maltrattare gli animali significa anche mettere 4500 bovini in una stalla e non fare conoscere loro nulla se non i due metri quadri ad ognuno di essi riservati per vederli ingrassare per poi relegarli a soddisfare, si fa per dire, il palato di chi alla carne in tavola non sa dire di no.

Maltrattare gli animali significa anche allontanare un vitellino dalla madre per ricavarne del latte. Rinchiudere 500.000 pulcini in un pollaio, migliaia e migliaia di maiali in ricoveri di fortuna, etc.
Fortunatamente aumenta sempre più il numero di chi sceglie riti alimentari alternativi alla carne.

Spuntano qua e là, infatti, angoli riservati ai non mangiatori di carne e ci viene da dire anche il numero di persone che dopo aver sperimentato questo nuovo modello alimentare hanno visto clamorosamente virare al meglio il loro stile di vita. La strada tracciata è quella buona.

Si sta aggiustando il credo alimentare ma molto ci sarà da fare ad iniziare dall’aggiustare il cervello di chi si cimenta in gesti tanto crudeli quanto disumani. Eh, si…perché maltrattare un essere vivente non può essere definito umano. Ammesso che un umano un cuore ce l’abbia.

(A CURA DI MAURO NARDELLA)