“Pensa a te! Amati di più!”: quante volte capita di sentirsi dire queste frasi?
Ti è mai capitato di non sentirti compreso dagli altri, non sentirti accettato, al sicuro, di non sentirti amato?
Di non percepire le sfumature delle emozioni, ma di avere la sensazione di vivere un’esistenza piatta, dove è la routine a giocare da padrona?
Ed ecco che, in uno stato di insoddisfazione generale, chiedi e domandi una via d’uscita e per tutta risposta ti arrivano le classiche frasi: “Devi pensare a te”, “Devi amarti di più”.
Ma che significa?
Essere forse più egoista e quindi di pensare solo a te stesso e poi forse, se ancora ci sono energie, anche agli altri? Prendere più tempo per le tue faccende?
Qualcosa, comunque, non ti torna…
Sconvolto, deluso, pensi di essere l’unico che può capirsi nel suo “disordine”.
Amarsi di più… solo tre parole, eppure così difficili da tradurre.
Il corpo è il tempio unico dell’esistenza umana, sede fisica e animica.
Amare il proprio corpo e prendersene cura, è fondamentale per la comprensione profonda di sé e per l’accettazione serena della vita che passa attraverso le relazioni interpersonali, comprese quelle sentimentali che diventano così più serene e armoniose.
Al contrario, la mancata comprensione e accettazione del corpo, conduce ad una lacuna di identità, una visione poco chiara del proprio ruolo nel mondo.
Il corpo, interconnesso con la psiche, ne è manifesto nella comunicazione e nelle relazioni corporee: sguardi, posture, gesti sono segnali che emaniamo e che portano il grande messaggio che parla di noi.
Il corpo è anche sede della nostra Energia.
Questa Energia permette di entrare in contatto con l’energia dell’altro.
Viviamo in un’era frenetica dove la velocità la fa da protagonista.
Un detto recitava: “Veloce e bene, sono due cose che non stanno insieme”. Forse, ha proprio ragione.
In quest’era dove tutto scorre rapido, dove non si ha neanche il tempo di assaporare una cosa che già ne serve un’altra, anche la visione corporea perde la sua grandezza e la sua interezza.
Pensiamo anche alla sessualità che assume una rilevanza diversa, perché è spesso vissuta come un lampo invece che come strumento per arricchire una relazione.
E così, anche il potere e la conoscenza dei propri sensi si sfumano, le emozioni tendono ad appiattirsi, lasciando spazio solo a quelle shock di breve durata.
Va via via, spegnendosi, la ricerca del piacere personale, sensoriale, emozionale, energetico.
Il paradosso è che noi, tutti noi, lo sappiamo.
La nostra memoria cellulare ci ricorda e si ricorda che abbiamo assopito quel lato di noi.
Da qui prende vita la risposta: “Prenditi cura di te!”, “Amati di più”!
Quindi c’è bisogno non di nuovo inizio ma, al contrario, di un RITORNO.
Un cammino che fa riemergere la conoscenza del corpo e dell’anima, dove gradatamente si lascia sempre più spazio alla serenità, alla vitalità, alla voglia sperimentare la nostra realtà.
Ed è allora che, se mi ascolto, mi ricentro attraverso le sensazioni del corpo e sono interconnesso con tutto ciò che mi circonda, perfettamente, in ogni tempo e luogo.
Un cavaliere addormentato non potrà portare il cavallo a destinazione, ma sarà in balia di esso.
Allo stesso modo, se la nostra coscienza non è vigile, saremo in balia dei nostri pensieri, dove la mente verrà costantemente influenzata dalle emozioni e dove le nostre azioni rifletteranno solo caos.
Riprendiamo il controllo del nostro cavallo.
E attenzione al galoppo, potremmo anche prenderci gusto!
Dottoressa Chiara Ziveri
Dott.ssa Chiara Ziveri, Psico Cannabis Coach, Counselor, specializzata in tecniche connessione Mente – Corpo.
Riceve online e nelle città di: Milano, Padova, Olbia.
Per Info: cmc.studio2021@gmail.com