Perché è pura demagogia l’idea avanzata dalla Regione per il Nuovo Ospedale di Avezzano…
AVEZZANO – Nei giorni scorsi la Regione ha avanzato l’idea che ad Avezzano si debba procedere alla realizzazione del “nuovo ospedale” ora, su questa ipotesi, appare doveroso e necessario effettuare una riflessione.
In realtà, ipotizzare una struttura senza aver stabilito a quali esigenze debba rispondere è pura demagogia.
Attualmente, l’ospedale di Avezzano serve una bacino di utenza costituito da circa 130.000 abitanti e, sulla base del rapporto statistico di 3,6 posti-letto ogni 1.000 abitanti, dovrebbe avere a disposizione 468 posti letto.
L’Aquila con un minor bacino di utenza ha un numero di posti-letto simile.
Ora uno dei problemi è costituito dal fatto che il numero posti-letto a disposizione del Pronto Soccorso va diviso fra sanità pubblica e privata e così il numero dei posti-letto effettivamente in ospedale risulta inferiore al valore prima detto.
C’è poi il problema del Pronto Soccorso in sé che necessita di un potenziamento, innanzitutto, fondato sulla riorganizzazione del Reparto e dell’OBI rinominando il primario e avviando la sistemazione del triage, la messa in rete dei posti-letto, la aggiunta di personale sanitario medico infermieristico e OS adeguatamente formato e aggiornato.
L’aspetto poi delle Unità Operative Complesse da attivare costituisce altro elemento di criticità, infatti il problema non è quello di avere Neurochirurgia o meno ma quello di avere i reparti specialistici che necessitano al territorio.
Anche le strutture e le apparecchiature a disposizione dei reparti, dalla diagnostica alla terapia e al trattamento di patologie gravi o croniche debbono essere analizzati, previsti e adattati alle specifiche necessità di un ospedale che serve un territorio vasto ed articolato.
Se questi aspetti, e sono solo alcuni del totale, non vengono prima definiti si rischia di progettare una struttura che nascerebbe viziata sin dall’inizio.
Come insegnano la Ricerca Operativa e la Logistica, prima si analizzano i fabbisogni e i consumi consolidati e poi si progetta in funzione di essi, ma la politica di oggi lo capirà mai?