Pescina. Iulianella: “Marsilio come l’”impresario” di Fontamara. Usa i 50 milioni del Masterplan per togliere l’acqua del Giovenco. Non staremo a guardare”.
PESCINA – “Marsilio riproduce Fontamara, captando la maggior parte dell’acqua del Giovenco e lo fa a monte dell’abitato cittadino, per alimentare il nuovo progetto della Regione Abruzzo per il potenziamento del sistema idrico del Fucino”. La denuncia arriva dal Sindaco di Pescina, Stefano Iulianella.
Il Sindaco di Pescina fa riferimento, per chi avesse avuto la sventura di non leggere il capolavoro di Silone, alla mediazione truffa che Don Circostanza fa con i “cafoni di Fontamara”, proponendo una suddivisione dell’uso dell’acqua appositamente pensata per raggirare i contadini ignoranti. Riportiamo volentieri quel magnifico pezzo di Silone: «Queste donne (indicando le donne di Fontamara ndr) pretendono che la metà del ruscello non basta per irrigare le loro terre. Esse vogliono più della metà, almeno così credo di interpretare i loro desideri. Esiste per ciò un solo accomodamento possibile. Bisogna lasciare al podestà i tre quarti dell’acqua del ruscello e i tre quarti dell’acqua che resta saranno per i Fontamaresi. Così gli uni e gli altri avranno tre quarti, cioè, un po’ più della metà. Capisco.” Aggiunse don Circostanza “che la mia proposta danneggia enormemente il podestà, ma io faccio appello al suo buon cuore di filantropo e di benefattore». E veniamo, con il Sindaco Stefano Iulianella, ai giorni nostri.
“Un progetto totalmente modificato, dopo la Delibera n. 498/2019 della Giunta regionale, che cancella il bacino di accumulo progettato a valle di Pescina – spiega il primo cittadino di Pescina – che aveva il duplice scopo di mitigare il rischio idraulico nella Piana del Fucino e di raccogliere ed accumulare le acque durante la stagione invernale, per poi distribuirla durante la stagione irrigua. L’intervento promosso nel passato si era già messo in cammino dal 2018, frutto di un percorso lungo e complesso con Autorità di Bacino, Regione, soggetti attuatori e portatori di interesse, per il quale si erano determinati atti funzionali alla realizzazione dell’opera descritta, finanche a stipulare una convenzione con l’INGV per l’attività di verifica della presenza di criticità geologiche, legate alla possibile presenza di faglie attive e capaci nell’area interessata dall’opera di laminazione/accumulo nei pressi di Pescina. Poi gli atti di revoca e di annullamento del procedimento. Il nuovo progetto, invece, rielaborato completamente dall’Arap per volere della maggioranza di centrodestra regionale, prevede captazioni di acque superficiali fino a 600 l/s dal nostro Giovenco, che nelle ultime rilevazioni ha fatto registrare, in data 8.10.2019, una portata pari a 576 l/s per un’altezza idrometrica di 17 cm. Non oso immaginare i dati di portata nel periodo estivo, quando l’altezza dell’asta raggiunge i 9 cm. Questo progetto di comune a quello precedente ha solo le risorse, i 50 milioni del Masterplan stanziati nel 2016. Se le motivazioni dell’esecutivo regionale sottese a tale modifica sono quelle della mancanza di risorse finanziarie per realizzare la rete irrigua anche in altre zone del fucino, si attivassero a reperirne di ulteriori, anziché penalizzare la città di Pescina riproducendo degli scenari di siloniana memoria: l’Impresario che capta i ¾ dell’acqua del fiume, lasciando ai “cafoni” ¾ di quella restante (in altri termini il deflusso minimo vitale garantito dall’ordinamento). Non è possibile che in ogni passaggio di amministrazione si stravolga tutto, gli agricoltori non possono più attendere un’opera così importante e strategica per il territorio fortemente votato all’agricoltura come il nostro. Occorre pertanto accelerare, ma su soluzioni capaci di garantire sia un buon approvvigionamento idrico per l’agricoltura che la tutela della risorsa idrica, al fine di non arrecare danni irreversibili per l’habitat e per le caratteristiche paesaggistiche del territorio, che dovrebbero essere salvaguardate.
Non resteremo inerti: saremo “cafoni”, ma conosciamo i nostri diritti e li rivendicheranno in una pubblica assemblea che si terrà domenica 23 febbraio, alle ore 16, presso il municipio, in cui spiegheremo cosa sta accadendo all’acqua del Giovenco, ma anche ai fondi tagliati dalla ASL per la realizzazione di una struttura semiresidenziale per persone affette da Alzheimer e dall’autorizzazione rilasciata dalla Regione per la realizzazione di un impianto a Biometano sul territorio. Ringrazio per la sensibilità dimostrata da Silvio Paolucci che sull’argomento ha depositato due risoluzione in Consiglio regionale per ripristinare i fondi tagliati per la trasformazione dell’ex distretto sanitario di base in centro per Alzheimer e per far revocare tutti gli atti che prevedono la captazione dell’acqua a monte di Pescina. Se questa comunità che rappresento non dovesse essere tutelata dalla Politica, a cui è affidato il compito di fornire adeguate risposte, non possiamo fare altro che affidarci alla Giustizia amministrativa per tutelare e difendere questo territorio che merita maggior rispetto”.
Insomma, a distanza di poco meno di un secolo non è cambiato nulla. La politica sempre uguale a sé stessa, i “potenti” che fanno i potenti e i cafoni, no, quelli sono cambiati. I “Cafoni” di Silone, dai quali i marsicani si onorano di discendere, non sono più quelli che venivano dopo il nulla, ripetuto tre volte, dietro ai cani di Torlonia. I “cafoni” sono rimasti attaccati alla loro terra e alle loro storie e tradizioni, ma ora capiscono l’italiano, la matematica e tante altre cose, non sono più ignoranti, e che ¾ più ¾ è una suddivisione impossibile e una presa in giro, lo capiscono prima che si finisca di parlare.