Pescina. Tutto pronto per le celebrazioni in onore di San Berardo patrono della Marsica
PESCINA – Nella mattinata di sabato 2 maggio, alle ore 10;30, presso la basilica concattedrale di Santa Maria delle Grazie in Pescina, monsignor Pietro Santoro vescovo dei Marsi, presenzierà una solenne Celebrazione Eucaristica in occasione della festività di San Berardo patrono della Marsica. Nonostante il divieto di assembramento previsti dai diversi decreti governativi, la Santa Messa la si può seguire anche dalla pagina Facebook della diocesi di Avezzano.
Già, ma chi era realmente il vescovo Berardo patrono della Marsica? Fu vescovo dei Marsi e cardinale di Santa Romana Chiesa. Nacque a Colli di Monte Bove (frazione di Carsoli) nel 1080 da Berardo e Teodosia i Conti dei Marsi. Fin da piccolo venne avviato alla carriera ecclesiastica e venne affidato ai canonici della cattedrale di Santa Sabina (in San Benedetto dei Marsi) che ne curarono la sua formazione intellettuale e spirituale. Berardo ricevette dall’importante vescovo dei Marsi Pandolfo gli ordini minori, fino all’accolitato. Ma i suoi studi li completò con i benedettini presso l’abbazia di Montecassino.
Divenne collaboratore ed amico di papa Pasquale II che lo scelse come governatore della provincia pontificia di Campagna (inizialmente da Roma ad Ostia, poi Colle Albani, Valle del Liri e Terracina) e qui entrò in contrasto con Pietro Colonna signore locale ed acerrimo nemico del papato: anzi, lo fece pure imprigionare il povero Berardo. Tale comportamento venne notato da Pasquale II che lo richiamò a Roma e nel 1099 lo creò cardinale. Nel 1109 lo stesso papa lo elesse vescovo dei Marsi e, dopo tanti anni, ritornò nella sua amata terra. E qui si impegnò nella lotta contro il nicolaismo (ovvero l’atteggiamento di opposizione di alcuni membri del clero al celibato) all’orribile pratica della simonia e all’aiuto verso i poveri. Resse per molti altri anni la sua diocesi fino al 3 novembre 1130 quando morì: venne prima sepolto nella cattedrale di Santa Sabina (in San Benedetto dei Marsi) e nel 1361 il corpo del santo venne portato nella Chiesa di San Berardo (danneggiata dal terremoto del 13 gennaio 1915 ed attualmente luogo di sepoltura del noto scrittore marsicano Ignazio Silone): nel 1631 avvenne il trasferimento definitivo presso Santa Maria delle Grazie nuova cattedrale dei Marsi.
Il culto per questa grande figura di fede iniziò subito tra il popolo dei Marsi, ma il suo culto fu approvato e confermato il 10 maggio 1802 da papa Pio VII (per capissi meglio, è il papa citato da Mario Monicelli nel Marchese del Grillo). In pochi sanno che il nostro San Berardo è legato da un profondo vincolo familiare con Santa Rosalia patrona di Palermo e della bellissima Sicilia. Berardo sarebbe stato il prozio di Rosalia perché ella era figlia del conte Sinibaldo delle Rose che a sua volta era figlio di Teodino fratello di Berardo.