Piano di rientro e razionalizzazione della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Cgil allarmata: «Troppe ombre. A rischio servizi e occupazione»
AVEZZANO – Sanità aquilana, soprattutto nelle zone interne di Marsica, Valle Peligna, Alto Sangro e area Pnalm, a rischio con pesanti ricadute negative per servizi e occupazione.
Il giudizio severo e allarmato e del Segretario provinciale della Cgil L’Aquila, Francesco Marrelli, e del Segretario provinciale Fp-Cgil L’Aquila, Anthony Pasqualone, che parlano senza mezzi termini di documento confuso, con tante ombre nel quale le uniche certezze riguardano la riduzione dei servizi e degli addetti alla sanità pubblica.
Questa la nota inviata dai due dirigenti sindacali della Cgil provinciale dell’Aquila.
«Dalla lettura dell’aggiornamento del Piano di Razionalizzazione della spesa sanitaria, relativo alla ASL1 Avezzano-Sulmona- L’Aquila, abbiamo appreso che, su nostra richiesta, è stato eliminato il taglio sul costo del personale, con il pieno ripristino del turnover.
Invero, nel precedente piano da noi contestato, era stato previsto un blocco parziale del turnover, implicante la mancata sostituzione delle lavoratrici e dei lavoratori in quiescenza, per un taglio stimato tra il 30% ed il 50%.
Una battaglia che ha visto il protagonismo esclusivo della CGIL della Provincia dell’Aquila, anche attraverso il lavoro svolto in Commissione di Vigilanza e Controllo della Regione Abruzzo, alla presenza delle Consigliere e dei Consiglieri Regionali, dell’Assessora alla Sanità, Nicoletta Verì e del Direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale, Pierluigi Cosenza.
Ciò, nonostante l’assenza (inammissibile, a nostro avviso) della Direzione Strategica della ASL1 e del Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci, Pierluigi Biondi, che, ancora una volta, ha perso l’occasione di difendere il sistema sanitario pubblico della nostra Provincia e il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini che vi abitano (come rilevato dalla stessa Regione che, come anticipato, ha bocciato il piano precedente, riconoscendo la validità del nostro intervento in merito).
Di contro, però, abbiamo appreso del consistente aumento del taglio dei “Servizi”, per una decurtazione della spesa pari a complessivi 8.165.050 euro, rispetto ai 2.150.000 euro previsti nel precedente Piano, elaborato circa due mesi fa.
In particolare, si evidenzia che i tagli alla spesa sono così aumentati:
- Manutenzione e riparazione, per un importo pari a 4.890.000 euro, rispetto a 1.150.000 euro del precedente piano;
- Pulizie e riscaldamento e smaltimento rifiuti, per un importo pari a 3.274.480 euro, rispetto a 1.000.000 euro del precedente piano.
Dietro a questi tagli rischia di celarsi una riduzione del personale attualmente in forza negli appalti, ovvero una riduzione dei servizi dedicati all’utenza.
Pertanto, in merito al consistente taglio di questi capitoli di spesa, esprimiamo tutta la nostra preoccupazione. Infatti, riteniamo, come anticipato, che detti tagli potrebbero negativamente incidere sul personale impiegato nelle aziende che si occupano dei servizi in appalto.
In particolare, gli elementi oggetto di tali manovre correttive sono descritti in via del tutto generica, tanto da non poter determinare l’impatto che i citati tagli avranno sul personale coinvolto negli appalti, per tutelare il quale adotteremo, sin d’ora, tutte le iniziative necessarie.
Per quanto concerne, poi, i processi di internalizzazione dei servizi, così come più volte richiamati nel Piano di Razionalizzazione, permangono le perplessità da tempo rappresentate da questa organizzazione sindacale in merito alla concreta salvaguardia di tutto il perimetro occupazionale attualmente in forza.
Ed infatti, l’erogazione dei servizi sanitari per tutta l’utenza non può prescindere dalla continuità occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati negli appalti che in questi anni hanno maturato importanti esperienze lavorative a servizio della collettività e che quindi meritano attenzione e procedure dedicate alla loro stabilità occupazionale.
Inoltre, come più volte denunciato da questa organizzazione sindacale, è necessario intervenire per aumentare e riequilibrare il finanziamento del Fondo Sanitario Regionale, ciò, tenendo conto della conformazione e della vastità del nostro territorio: l’accesso alle cure va garantito anche ai cittadini e alle cittadine residenti nelle aree più remote della nostra Provincia.
Pertanto, continueremo la battaglia a difesa della Sanità Pubblica, combattendo tutti quei tagli di spesa che rischiano di impattare esclusivamente sulla corretta erogazione dei servizi nel nostro territorio e sui posti di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati in tal senso.
Infatti, risultano incomprensibili le modalità assunzionali presso la ASL 1, vedasi la vicenda dei due Dirigenti Amministrativi, ovvero il ricorso ad assunzioni, disposte nell’ultimo periodo, tramite la società di somministrazione anziché l’utilizzo della vigente graduatoria degli OSS e dell’utilizzo delle graduatorie di mobilità per diversi profili professionali (Infermieri, Tecnici, Ostetriche, ecc.).
Così come non comprendiamo la mancanza di progettualità e valorizzazione del patrimonio immobiliare della ASL (vedasi per es. l’area di Collemaggio della città dell’Aquila) continuando, di contro, in alcuni casi, a pagare gli affitti (vedasi la Direzione Generale così come altre strutture in tutto il territorio provinciale).
Da queste azioni si comprende la totale estraneità di questa Direzione Strategica rispetto ai bisogni ed alle necessità dei nostri territori e delle cittadine e cittadini che li abitano, tali comportamenti impediscono di fatto una programmazione ed una progettualità rispetto al futuro delle nostre città ed alla garanzia di continuità nell’erogazione dei servizi e della continuità occupazionale.
Occorrono, in conclusione, interventi mirati alla risoluzione delle problematiche relative all’abbattimento delle liste di attesa, al recupero della mobilità passiva, alla garanzia occupazionale per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori che prestano la loro attività nei servizi esternalizzati, e al contrasto della desertificazione sanitaria delle aree interne della nostra Provincia».