Precari nella sanità abruzzese in difficoltà. UilTemp: «Subito un tavolo regionale per eliminare la provvisorietà di questi lavoratori»

Sanità

L’AQUILA – L’anno sta finendo e quello nuovo, per quanto riguarda il pianeta “Lavoro”, si troverà una eredità non semplice da gestore e risolvere e tantomeno leggera a livello di impatto socio-economico.

Tra le varie emergenze, vertenze occupazionali, industrie in crisi e poco lavoro, c’è una sorta di moloch che ormai da circa un trentennio l’Italia e anche l’Abruzzo, ovviamente, si portano dietro: la condizione die cosiddetti “lavoratori precari”.

Definiti con mille forme contrattuali, a tempo, somministrati, formazione, stage e quant’altro, ciò che accomuna rutti coloro che fanno parte di questa ampia categoria sono incertezza e provvisorietà.

Il caso più eclatante è quello dei precari nelle strutture sanitarie pubbliche abruzzesi, personale specializzato e ormai espetto, che ogni anno si trova davanti lo spettro della disoccupazione e di un futuro a tinte fosche.

E dire che, senza costoro, gran parte degli ospedali e delle altre strutture, soffrirebbero non poche carenze e problematicità nell’erogare cure e servizi ai cittadini.

Sulla questione interviene la UilTemp Abruzzo che chiede la convocazione di un immediato tavolo regionale che abbia come obiettivo quello di provvedere ad eliminare incertezza e provvisorietà dalla vita di questi indispensabili lavoratori.

Questa la nota della UilTemp Abruzzo.

«L’anno si sta chiudendo. Arriva il tempo dei bilanci e dei propositi. In questo particolare momento non possiamo non tornare a parlare di occupazione in quanto bilanci e propositi non sono così rosei per quella parte di lavoratrici e lavoratori che nei prossimi mesi si vedranno privati di garanzia occupazionale.

Le ASL abruzzesi in questo momento si stanno riempendo di medaglie e stellette pubblicizzando stabilizzazioni e potenziamento di organico dimenticando totalmente chi negli ultimi anni ha contribuito al mantenimento del servizio.

Torniamo a parlare di quella categoria di lavoratrici e lavoratori che nelle aziende pubbliche in maniera provocatoria chiamiamo “fantasmi del sistema”, quelle lavoratrici e quei lavoratori che prestano forza lavoro in modo “strutturalmente flessibile” ed ai quali il sistema pubblico non vuole riconoscere meriti.

Accanto all’indicibile decisione di escludere dalle prossime stabilizzazioni previste nella ASL1 la parte di somministrati che abbondantemente supera i requisiti richiesti dalle stesse, giunge il bando di concorso che garantirà l’accesso a contratti ASL per gli autisti del 118 dimenticando nuovamente che il servizio oggi è coperto da lavoratrici e lavoratori in somministrazione che si vedranno sostituiti senza tanti ringraziamenti.

La denuncia che UILTemp Abruzzo vuole fare a chiusura di questo 2023, non entra nel merito della liceità delle scelte occupazionali dell’ente che sono legittime e non discutibili, ma vuole ribadire e sottolineare che non è possibile accettare che sia lo Stato a non considerare ed equiparare operatrici ed operatori solo perché rientranti in un contratto “flessibile” normato, ma ancora non riconosciuto a quanto pare.

Alla soglia del ventennio dalla nascita del contratto di somministrazione, non possiamo più considerarlo come la forma contrattuale residuale del sistema in quanto sempre più troviamo tale modalità operativa permeata in ogni realtà lavorativa.

Talmente tanto permeata che il sistema sanitario in questi difficili anni di riequilibrio sistemico e di pandemia ne ha usufruito permettendo la copertura del servizio superando le imbrigliature burocratiche dei concorsi e delle procedure di avviso pubblico e specializzando centinaia di operatrici ed operatori che oggi lo stesso sistema sembra cestinare.

Alla soglia del 2024 vogliamo difendere e dare voce a questa platea di lavoratrici e lavoratori ancora una volta esclusi e dimenticati. Lavoratrici e lavoratori ai quali non si dà riconoscimento dell’impegno e della professionalità acquisite sul campo.

Lavoratrici e lavoratori che lasceranno un vuoto operativo nei reparti, nei laboratori, nei pronto soccorso, nelle ambulanze perché volendo andare oltre la “matricola” chi ci lavora affianco e li dirige sa quanta professionalità si andrà a perdere.

UILTemp Abruzzo e somministrati chiedono oggi di essere riconosciuti a 360° da quel sistema pubblico che ha creato flessibilità e che, torniamo a ribadire, allo stesso tempo rinnega i principi costituzionali di dignità del lavoro e proietta nelle nuove generazioni un pericoloso senso di precarietà e alienazione.

UILTemp Abruzzo e somministrati chiedono un ripensamento dei requisiti di accesso alle forme di stabilizzazione che le varie ASL stanno mettendo in campo prevedendo un riconoscimento del lavoro svolto che stanno continuando a svolgere in silenzio e con lo stesso impegno del primo giorno.

Chiediamo quindi l’apertura di un tavolo di confronto con le Direzioni delle ASL Abruzzesi e dell’Assessorato alla Sanità al fine di poter dare corrette risposte a tutte quelle famiglie che già nei prossimi mesi del 2024 si troveranno a dover affrontare NASPI ed incertezza occupazionale».