Premi Letterari Nazionali. Michele Burgio finalista al Festival “Giallo Garda” con il suo romanzo “Mondo è stato”
Qualche mese fa, come ricorderete, ci siamo occupati del romanzo di Michele Burgio “Mondo è stato” ed ora è giunta notizia che sia tra i finalisti al “Festival Giallo Garda”.
Si tratta di un indubbio momento assai importante per l’Autore e per la Casa Editrice e lo è, consentitecelo, anche per la nostra pagina sulla quale abbiamo avuto modo di analizzare, a suo tempo, l’opera di Michele Burgio.
Il “Festival Giallo Garda” nasce come progetto realizzato da un gruppo di amici, riuniti in quello che è il “Comitato Festival Giallo Garda”, che ha voluto provare a dipingere il territorio del Lago di Garda con le tinte sia del giallo che della cultura.
Sulla scia di altre esperienze e, soprattutto, di dare anche un più ampio respiro al settore, è stato proposto un Premio Letterario Internazionale unito a tutta una serie di incontri con gli autori nello scenario ampio e diversificato del genere letterario del giallo.
L’obiettivo, indubbiamente, è sempre quello di accendere la passione per la letteratura gialla, ma anche quella di allargare il discorso sulla letteratura, facendone diffusione, anche sfruttando la cornice dei luoghi.
Nelle foto che seguono ci sono i volti del Comitato del Festival, dell’Autore e la classifica attuale del Festival.
Ritornando all’Autore Michele Burgio, bisogna ricordare che Egli, sovvertendo le regole fissate da S.S. van Dyne, l’inventore di Philo Vance, nel suo romanzo “Mondo è stato”, nella collana “Le Dalie Nere” delle Edizioni Ianieri, ha creato una storia dalle fosche tinte noir che riflette anche certe notizie di cronaca alla quale la nostra epoca ci ha abituati, ma lo fa con una dinamica particolare e avvincente.
Infatti, sempre sovvertendo le classiche regole del “giallo”, dove un investigatore, con magari un suo vice, un assistente, indaga e scioglie le trame dell’enigma, dipana una storia resa complessa dai suoi aspetti più interiori in maniera del tutto nuova, nel suo romando, Burgio, non pone Sherlock Holmes e Watson e neanche un Poirot e un Hastings e, figuriamoci, un Montalbano e un Fazio o un Augiello, ma è riuscito a creare una sorta di “gran collegio d’indagine”, dove tutti i membri di una comunità svolgono la loro azione indagatrice, con i metodi, i sistemi, sovente spontanei, che ciascuno può porre in atto.
Che la scelta creatrice sia stata giusta lo dimostra l’attuale nomination e auguriamo a Michele Burgio di raggiungere la vetta!