Produzione chip in italia. Massimiliano Nobis (Fim-Cisl): «Non c’è tempo da perdere. Il governo si proponga per il chip act»
AVEZZANO – Crisi LFoundry Avezzano, si rischia di perdere una grossa occasione legata al progetto dell’Unione Europea per la produzione dei “Chip”.
A lanciare questo allarme è il segretario nazionale della Fim-Cisl, Massimiliano Nobis, che spiega il progetto lanciato, solo qualche giorno fa, dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Questa la nota diffusa da Nobis.
«L’annuncio del Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che in febbraio la Commissione presenterà il Chip Act per rafforzare la capacità di produzione dei microchip in Europa e includerà cambiamenti alle regole di aiuto di Stato per creare fabbriche per la produzione in Ue, può rappresentare una boccata d’ossigeno per le due principali aziende del settore nel nostro Paese, STMicroelectronics e LFoundry.
La prima, con una governance italo-francese, occupa più di 10.500 addetti suddivisi principalmente nelle sedi di Agrate (Monza -Brianza) e Catania, la seconda, di proprietà di un fondo cinese, occupa 1.500 nella sede italiana di Avezzano (Aquila).
Nobis è preoccupato dello stato dello stabilimento marsicano che sarebbe i grado di sviluppare nuove tecnologie
Questa accelerata annunciata della Presidente Ursula von der Leyen sulla realizzazione del piano 2030 Digital Compass, che si propone di produrre in Europa un quinto dei chip del fabbisogno mondiale entro la fine del decennio con investimento complessivo di 20 miliardi di euro, rappresenta un’ottima notizia anche per due aziende Italiane.
Stmicroletronics sta aspettando da troppo tempo il sostengo del Governo al progetto dello sviluppo del piano produttivo dei “substrati di carbonio di Silicio” per poi applicare la tecnologia “Sic” nel sito di Catania necessario per far mantenere un ruolo strategico al compendio nella produzione di semiconduttori e che porterà un incremento occupazionale di circa 300 addetti con un investimento complessivo di 750milioni di Euro.
Mentre per il sito di Agrate è necessario un sostengo per lo sviluppo produttivo della tecnologia “8 pollici” e per progetti di ricerca sulla tecnologia “5 pollici”.
In LFoundry in questi giorni si aperto un confronto tra direzione aziendale e le rappresentanze sindacali sulle prospettive di lavoro nel prossimo futuro.
Abbiamo denunciato preoccupazione sulla mancanza di investimenti a sostegno per lo sviluppo della tecnologia “power down” per la produzione di chip per auto, macchine industriali, medicali o della sicurezza.
Per il segretario nazionale della Fim-Cisl bisogna cogliere questa opportunità e il governo deve farsene carico
Il sito abruzzese e il contesto territoriale hanno tutte le potenzialità per sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie di semiconduttori potenziando la ricerca nello stabilimento e sviluppando con la regione Abruzzo scuole per la formazione di tecnici e ingegneri specializzati, bisogna saper quindi cogliere questa opportunità. L’Europa parla di sostegni di Stato.
E’ urgente che il governo dialoghi con la commissione Europea per ricevere risorse a sostegno del settore italiano dei semiconduttori e proporsi per sostenere e realizzare nuove start up.
Come dichiarato da von der Leyen “Non c’è tempo da perdere”».