Proroga Tribunali, deputati al fianco di Comuni e Province
Avezzano – Onorevoli a “supporto” della battaglia di sindaci, presidenti delle province e degli ordini degli avvocati per la salvaguardia dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto. L’appello dei primi cittadini Gianni Di Pangrazio; Mario Pupillo, (che è anche presidente della provincia di Chieti); Anna Maria Casini e Francesco Menna; Angelo Caruso (presidente della provincia dell’Aquila) e i 4 presidenti degli ordini degli avvocati, Franco Colucci, Luca Tirabassi, Vittorio Melone e Silvana Anna Vassalli, ha centrato un primo importante risultato: praticamente tutti i deputati abruzzesi intervenuti al confronto in video conferenza hanno sposato la “giusta causa” dei territori dell’Abruzzo meridionale che, con la chiusura dei tribunali cosiddetti minori (settembre 2022), ma che minori non sono, rimarrebbero privi dei presìdi di giustizia, fondamentali per arginare l’avanzata della criminalità organizzata
in metà regione.
Gli onorevoli delle diverse forze politiche, Camillo D’Alessandro, Stefania Pezzopane, Carmela Crippa, Andrea Colletti, Luigi D’Eramo, Daniela Torto, Antonio Zennaro, intervenuti alla videoconferenza coordinata dal sindaco di Avezzano, -dove era presente anche il senatore Luciano D’Alfonso- hanno assicurato il massimo sostegno alla battaglia in difesa dei tribunali abruzzesi attraverso un efficace gioco di squadra per convincere il governo ad accogliere le istanze di salvaguardia dei 4 tribunali con la soluzione anche per il personale. L’unità di intenti, infatti, è sostanziale in primis per spuntare l’ammissibilità deli emendamenti e poi per superare l’ultimo ostacolo. L’obiettivo, quindi, è quello di guadagnare altri due anni di vita per i tribunali, quindi fino al 14 settembre 2024. Ora lo sguardo dei cittadini dei territori dell’Abruzzo meridionale è rivolto verso le stanze del potere della capitale, dove gli emendamenti dovranno essere dichiarati ammissibili per poi essere approvati dal parlamento italiano. L’obiettivo finale di sindaci, presidenti delle province e degli ordini degli avvocati, però, non si ferma all’ennesima proroga, ma