Quarant’anni di sacerdozio di Padre Franco Tallarico, un uomo con i piedi per terra e gli occhi verso il Cielo

AVEZZANO – Padre Franco, anzi Francesco per la precisione.

Un nome evocativo per molti, un destino già scritto per lui.

Incontrare Padre Franco non è un’esperienza comune.

Io, mi si consenta la prima persona, ho voluto conoscerlo in un giorno di ottobre.

Davanti alla canonica, di fronte alle mura austere della chiesa di San Giovanni, ho guardato su, verso il campanile e ho sentito che la potenza di quel luogo mi sovrastava e mi avvolgeva nel contempo.

Ho suonato il campanello ed un uomo è sbucato dalla parte opposta, sorridendo con familiarità, forse anche divertito dal mio disorientamento.

Quando mi sono avvicinata, due occhi verdi, intensi hanno incrociato i miei.

Uno sguardo che difficilmente si riesce ad incontrare nel corso della vita.

Uno sguardo silente ed eloquente, amorevole ed inflessibile.

Ed è stato proprio in quel momento che ho capito che la mia vita sarebbe cambiata.

Sì, perché quando lui entra nel tuo mondo, lo stravolge, cambia le tue prospettive, le tue granitiche certezze, le tue verità assolute.

La sua più grande dote è, infatti, la sua umanità, non intesa solo come partecipazione emotiva, ma anche come comprensione della tua condizione umana, fatta di contraddizioni, di giorni neri, di rabbia.

E lui li accoglie tutti senza giudicare, a volte sorridendo con tenerezza, a volte con severità, ma mai con durezza e pian piano ti conduce verso un altro punto di vista, un altro modo di affrontare le asperità della vita.

Con lui si piange, si ride, si discute animatamente, ci si confida con la sicurezza di avere un interlocutore che va sempre al di là delle parole e delle singole azioni e che sa comprendere con la benevolenza di chi è abituato a leggere l’amore in qualsiasi forma si presenti.

La sua canonica pullula di gente, persone che lo conoscono da una vita, persone che aspettano di poterlo incontrare per la prima volta, persone con sguardi perduti nel dolore.

Padre Franco li riceve tutti, sempre, ed ognuno di loro esce un po’ più leggero, un po’ meno triste, perché in quel luogo si parla di speranza, si parla con il linguaggio del cuore, si parla di un Dio buono e indulgente che abita tra noi.

E in quel luogo, forse, a volte ti capita anche di sentirLo, magari nel canto di un passero che così, in maniera impensabile e sbattendo vigorosamente le ali, si appoggia sulle sottili giunture della vetrata a mosaico che decora la cappellina, proprio mentre stai recitando una preghiera o nel giorno di San Francesco, quando il sole penetra attraverso il rosone della chiesa e inonda di luce il quadro che sovrasta l’altare in cui è raffigurato San Giovanni Battista che battezza Gesù.

Ma Padre Franco è anche un uomo concreto che ha uno sguardo attento sul mondo, che si indigna per le ingiustizie, che si lamenta del rincaro delle bollette dei suoi fedeli meno abbienti, che disapprova una certa politica.

Un uomo che condanna severamente chi infrange le regole del vivere civile, chi abbandona senza ritegno abiti usurati e sporchi per i bisognosi, che reclama pari dignità per tutti e lo fa senza paura e senza tema di smentita.

E lui può farlo davvero, perché non c’è mai stato un momento significativo della vita dei suoi parrocchiani in cui lui non sia stato presente, in maniera concreta e fattiva.

Oggi festeggia il suo quarantesimo anno di sacerdozio.

Quarant’anni di servizio, di partecipazione, di presenza.

Quarant’anni in cui, ogni giorno, ha celebrato la santa Messa, con profonda e rara solennità.

Anche durante il lockdown quando noi, spaventati e chiusi nelle nostre case, lo aspettavamo e lui ci benediva dalla sua piccola cappella, attraverso le dirette quotidiane via streaming.

A questa grande anima, a questa grande guida spirituale, a questo grande uomo, con i piedi per terra e gli occhi verso Il Cielo, noi tutti della Redazione di Espressione24, auguriamo tutto il bene del mondo che, forse, è solo la metà di quello che riesce a fare lui.

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