Quella volta che il Montepulciano d’Abruzzo si “imbucò” in una degustazione in California e divenne il vino più apprezzato

Avendo un caro amico cinefilo appassionato e apprezzato sommelier con tanto di catena e tastevin, sono costretto ad invischiarmi nei suoi hobby, perciò ho trascorso parte della mia vita accasciato (e angosciato) sulle poltroncine dei cinema sorbendomi le retrospettive di Ingmar Bergman e le più piacevoli degustazioni di vini. Che poi non ho mai capito se il termine “sommellier” stia ad indicare un conoscitore di vini oppure un raffinato etilista.

Un bel giorno il mio amico telefona dicendo: “preparati che si va in California a degustare dei vini locali e non ti preoccupare che è tutto pagato dall’azienda vinicola XXXXX.

Così eccomi in California, per la precisione nella contea di Napa. Conoscevo il posto perché il killer della serie televisiva “The Mentalist” ne era lo sceriffo. Dirò di più, nella mia immensa ignoranza pensavo fosse un posto di fantasia. 

NAPA VALLEY

Così imparai che quel luogo è la zona vinicola più famosa in America. Qui si producono alcuni dei più prestigiosi e ricercati vini al mondo tanto che un ettaro di terreno costa circa ottocentomila dollari! Provate ad immaginare come un romano, abituato al vino dei Castelli e ai gloriosi vini Abruzzesi doveva sentirsi in quel mondo che osava emulare alcuni dei capisaldi della cultura enologica italiana.

In quell’occasione ho appreso che, al pari dell’Italia, esiste una tutela della denominazione d’origine che si chiama “AVA” acronimo di “American Viticultural Area“. Napa Valley si suddivide in tante piccole AVA ognuna col suo bravo nome ad esempio: Calistoga, St. Helena, Rutherford e via andare. 

Su tutte le etichette dove compare il nome di una delle AVA deve essere sempre riportata la scritta “Napa Valley”, ad esempio “Rutherford Napa Valley”.

LA DEGUSTAZIONE

La tenuta dove avrebbe avuto luogo la degustazione si chiamava “Castello di Amorosa” e il proprietario è Dario Sattui un italiano. Cose da pazzi: ci trovavamo in California, in un posto che imitava un castello medievale toscano e per raggiungerlo avevamo varcato pure l’oceano!

Dopo una visita guidata di più di un’ora, 100 sale di degustazione e 8 piani della cantina riuscimmo, alla fine, stancamente, a bagnarci il becco. Diedi una gomitata al mio amico: “pare di stare in Italia ma che ci siamo venuti a fare?” Ricevetti in cambio un’occhiataccia e mi tacqui.

Finalmente  iniziò il rito etilico. Immaginavo qualcosa di esotico, dei vini strani come la pizza con l’ananas… invece scoprii che il più importante vitigno di Napa Valley è il Cabernet Sauvignon. Così si diede la stura (è il caso di dirlo) agli assaggi di Sauvignon Blanc, Chardonnay, Merlot, Zinfandel, Syrah, Malbec, Cabernet Franc e Petit Verdot.

LO SCHERZO

Vi avevo accennato che il mio chaperon era un burlone dalla faccia della più dura pietra? Ebbene, zitto zitto, aveva sostituito le ultime bottiglie, complice il padrone di casa, con un vino nostrano che s’era portato dall’Italia.

Come andò a finire? Dopo un paio d’ore di “osserva, annusa e assaggia”,  arrivò il momento delle bottiglie “taroccate”. Qui cominciarono gli “ohhh very good”, “perfect”, “What kind of wine is this?”, “Napa does this too?”

Guardai il mio amico che ridacchiava e gli chiesi “ma che succede?” e lui: “niente, gli ho rifilato un bel Montepulciano D’Abruzzo e adesso stanno andando in visibilio…!” .

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO

Non è che i signori di Napa avessero bevuto una cosìna così, ma un signor vino che di per sé è una poesia. Il Montepulciano D’Abruzzo origina sulle colline abruzzesi, carezzate dalla brezza marina, dove le viti offrono uve dalle caratteristiche uniche. la produzione è consentita nelle quattro province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo.

A proposito di Pescara, la zona geografica dove è prodotto comprende la fascia collinare litoranea e collinare interna della provincia. La produzione si estende, inoltre, nelle colline teramane con uno splendido vino DOCG e prosegue con Chieti e L’Aquila. Iì, i vigneti, digradanti verso il Mare Adriatico, sono protetti dai Monti della Laga e dal Gran Sasso e i terreni argillosi, ghiaiosi e talvolta sabbiosi, rendono i vini molto ricchi, strutturati e longevi.

L’Abruzzo si dedica alla sua produzione dalla metà del XVIII secolo regalando al mondo un vino dal colore che varia, a seconda dell’annata e delle tecniche di vinificazione, dal rubino al viola.

CON QUALE PIETANZA SI SPOSA IL MONTEPULCIANO D’ABRUZZO?

Il matrimonio perfetto avviene con le carni locali e i primi piatti a base di sughi al pomodoro: agnello, capretto arrosto e selvaggina sono i piatti d’elezione.

Un piatto di spaghetti alla chitarra fornisce un’associazione straordinaria col Montepulciano d’Abruzzo soprattutto se al ragù con le “pallotte” tipiche della tradizione teramana, ma anche con i gnocchi di patate o con le sempiterne sagne e fagioli con le cotiche.

Anche i formaggi, soprattutto se abruzzesi, col Nostro trovano la loro gloria. Un bel bicchiere di Montepulciano rappresenta un felicissimo accostamento con quei pecorini stagionati che solo l’Abruzzo sa regalare al palato.

TROPPO VINO

Ecco le dolenti note. Anche se ottimo e sebbene i consumatori del Montepulciano d’Abruzzo oltre a quelli italiani siano 6 milioni in Germania  e 3 milioni distribuiti tra New York, il Texas e la California, attestandosi come primo vino del Centro Sud Italia conosciuto e consumato sia negli Stati uniti che in Germania, sta attraversando un periodo molto particolare.

Esiste, infatti, uno squilibrio tra produzione e mercato, insomma se ne produce troppo e questo fa abbassare i prezzi danneggiando i produttori. Per ristabilire un prezzo sufficientemente remunerativo per i viticoltori adeguando l’offerta alla domanda che, di questi tempi, dà segni di cedimento la Regione ha deciso di procedere allo stoccaggio dei vini. In altre parole si effettuerà il blocage del 20% di Montepulciano D’Abruzzo Doc rivendicato nell’annata 2022. Dal provvedimento sono esclusi il vino biologico e il vino delle cantine che imbottigliano tutta la loro produzione.

QUALE MONTEPULCIANO BERE?

Termino qui fornendovi di seguito un elenco non esaustivo dei migliori Montepulciano D’Abruzzo diviso per cantine. Qualora vi interessasse immergervi nella cultura di questo gioiello della vinificazione mi permetto fornire una immancabile lista di alcuni produttori (non tutti) indispensabili alla bisogna. Quindi, un po’ per volta, iniziate a rifornire la vostra cantina personale con queste bottiglie.

  • Montepulciano D’Abruzzo di Valentini, giudicato dai più tra i migliori;
  • Montepulciano D’Abruzzo di Emidio Pepe, storico produttore di Torano Nuovo, da sempre dedito alla viticoltura biologica e all’adozione di metodi di vinificazione tradizionali;
  • Montepulciano D’Abruzzo dell’azienda Torre dei Beati ;
  • Montepulciano D’Abruzzo Villa Gemma della cantina Masciarelli;
  • Montepulciano D’Abruzzo Marina Cvetić, sempre della cantina Masciarelli ;
  • Montepulciano D’Abruzzo Semis, dell’azienda Collefrisio;
  • Montepulciano D’Abruzzo Vecchie Vigne di Gentile;
  • Montepulciano D’Abruzzo Zanna di Illuminati;
  • Montepulciano D’Abruzzo Vigneto Sant’Eusanio e San Callisto, dell’azienda Valle Reale;
  • Montepulciano D’Abruzzo Perla Nera, dell’azienda Chiusa Grande;
  • Montepulciano D’Abruzzo San Zopito, dell’azienda Torre Raone;
  • Montepulciano D’Abruzzo Praesidium di Ottaviano Pasquale;
  • Montepulciano D’Abruzzo Feudo D’Ugni, di Patrizia Galasso;
  • Montepulciano D’Abruzzo Dante di Marramiero;
  • Montepulciano D’Abruzzo Plateo di Agriverde;
  • Montepulciano D’Abruzzo Binomio di La Valentina;
  • Montepulciano D’Abruzzo Harimann dell’azienda Pasetti.

Non v’aspettavate tanto? Lo abbiamo sempre detto da queste pagine: l’Abruzzo è generoso e il suo Montepulciano non è da meno. Dimenticavo… Occhio al bicchiere perché il Montepulciano D’Abruzzo deve essere degustato con calici possibilmente di cristallo dalla pancia ampia e l’apertura larga che consente agli aromi di diffondersi in bocca.
Un saluto