“Quota Mille” a Rocca di Cambio. La meravigliosa “Ultima Cena” nell’Abbazia di Santa Lucia

Rocca di Cambio, è il comune più alto di tutto l’Appennino che le telecamere Rai con Sem Cipriani hanno osservato insieme allo scrittore Peppe Millanta per una nuova puntata della rubrica di Paolo Pacitti,“Quota Mille”.

Rocca di Cambio è un affermato centro turistico per gli sport invernali, grazie alla vicina stazione sciistica di Campo Felice. Si trova nella parte settentrionale dell’Altopiano delle Rocche, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, immersa in una natura ancora selvaggia.

Peppe Milanta

Non c’è certezza sull’origine del nome. Per alcuni deriva dal Monte Cagno, alle cui pendici sorge il centro, poi cambiato in Cambio. Per altri invece dal fatto che il borgo fu “scambiato” da un signorotto con il Castello di Secinaro, che era più vicino ai propri possedimenti. Per altri ancora, perché qui si trovava una stazione per il cambio dei cavalli.

«Per alcuni mesi del 1952, però, assunse un nome diverso: Montenara – spiega Millanta. – Si tratta del luogo di fantasia dove fu esiliato il Don Camillo di Giovannino Guareschi. Il film “Il Ritorno di Don Camillo”, con Gino Cervi e Fernandel, fu girato infatti proprio qui.

A ricordarcelo questa targa. E nel comune di Rocca di Cambio sorge l’Abbazia di Santa Lucia.

La storia dell’abbazia di Santa Lucia

Fu innalzata nel XII secolo, e dal di fuori appare abbastanza sobria; nulla lascerebbe presagire la meraviglia che contiene: un ciclo di affreschi incredibile della metà del XIV secolo, con scene tratte dal Nuovo

Testamento ma a cogliere subito l’attenzione è la meravigliosa ‘Ultima Cena’.

Tutti gli apostoli hanno lo sguardo rivolto verso il Cristo, a capotavola, e ognuno è indicato per nome.

Ma scorrendo però si nota subito che mancano Giuda Taddeo e Giuda Iscariota, sostituiti da Barnaba e da San Paolo, che nella narrazione biblica arriveranno solo successivamente».

È solo un’ipotesi ma come prosegue Millanta: «Il povero Giuda Taddeo, pur essendo innocente, probabilmente pagò lo scotto di avere un nome troppo simile a quello del traditore, e fu sostituito con qualcun altro di più presentabile.

Per quanto riguarda Giuda Iscariota, invece, la situazione è più complessa. Un’”Ultima Cena” senza di lui infatti sarebbe un unicum assoluto. Vicino a Gesù però si vede una lacuna, la cui forma richiama il profilo di una figura di cui si intuisce un pezzo di abito rosso.

Giuda Taddeo e Giuda Iscariota i due “assenti” nell'”Ultima Cena” dell’abbazia

Sem Cipriani

Probabilmente Giuda Iscariota era posizionato lì, al di qua della mensa come si era soliti fare al tempo, e di dimensioni molto più piccole rispetto agli altri visto che veniva seguito un codice gerarchico proporzionale».

Non era strano nel Medioevo che alcune icone particolarmente odiate venissero sfregiate o cancellate. Se così fosse, però, ci sarebbe comunque un’”Ultima Cena” sui generis, formata da tredici apostoli più Gesù.

La risposta non la si conosce, ma quel che è certo è che si tratta di uno scrigno ancora tutto da scoprire.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Rocca di Cambio.

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