Referendum Taglia Parlamento. In Abruzzo vince il SI. In provincia di Chieti il risultato più schiacciante

AVEZZANO – Anche l’Abruzzo vuole tagliare il Parlamento, nel senso del numero dei suoi parlamentari. Il Si alla legge che cambierà il titolo apposito nella nostra Costituzione Italiana, quindi, è passato a larghissima maggioranza. Gli abruzzesi vogliono meno parlamentari, segno evidente di una netta sfiducia in chi da decenni siede in quelle aule.

Il problema, oltre che nei numeri, starebbe anche nella qualità, di ogni tipo, di chi viene inviato a rappresentarci, ma questo è un altro discorso e implicherebbe una certa presa di coscienza da parte di noi cittadini al momento di votare, e questo a tutti i livelli.. Sta di fatto che, piaccia o no, dopo 72 anni, diminuisce sostanzialmente il numero dei membri di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.

Percentuali che vanno dal poco oltre il 60% all’abbondante 75% della provincia di Chieti, al Si da parte dell’Abruzzo. Un Si che, a parer nostro, non è ascrivibile in testa a nessuna forza politica, forse ad esclusione del Movimento Cinquestelle che del taglio dei parlamentari è sempre stato promotore e convito sostenitore. In realtà questo è il giudizio, negativo e pesante che i cittadini italiani danno ai loro rappresentanti. Troppi, spesso assenteisti, molti pressoché di troppo, a volte persino dannosi. Di qui la voglia di prendersi una piccola rivincita facendo calare questa scure sul principio di rappresentanza popolare. C’è da augurarsi che dopo il taglio sulla quantità, vengano introdotte norme sul taglio al… portafogli dei nostri deputati e senatori e, magari, anche qualcosa di più stringente su assenteisti e su coloro che, in buona sostanza, vanno lì solo per votare, seguendo ordini precisi, senza portare una sola idea o istanza originale per migliorare le condizioni degli italiani.

Sul risultato referendario ci fa fatto pervenire il suo commento il segretario regionale del Pd Abruzzo, Michele Fina: «Grazie all’esito referendario non si ferma il percorso di riforme iniziato col voto parlamentare quasi unanime, in ultima lettura, dell’ottobre dell’anno scorso. Ora è essenziale non restare in mezzo al guado e proseguire con il resto delle riforme complementari. Di questo è e sarà garante il Pd, ascoltando anche le inquietudini che hanno spinto molti milioni di italiani a votare ‘no’. Il Parlamento può funzionare bene anche con 618 parlamentari; saranno deluse tutte le spinte antipolitiche che sperano in un indebolimento delle istituzioni. Per questo è stato e sarà prezioso il ‘sì’ riformista del Pd che è il perno di un processo di cambiamento forte di una solida cultura delle istituzioni così come ha dimostrato di essere perno insostituibile dell’alternativa alle destre. L’Italia avrà un parlamentare ogni centomila cittadini circa. L’Abruzzo, ad esempio, avrà 14 parlamentari, cioè uno ogni novantamila cittadini circa. Può e deve esserci quindi un adeguato rapporto col territorio. Ma è giusto ricordare che proprio grazie al lavoro del Pd sono state di recente adeguate le indennità (con un aumento dell’85%) dei Sindaci dei Comuni fino a 3000 abitanti (in Abruzzo sono 200 su 305). Un investimento in democrazia che garantirà una migliore rappresentanza e un presidio democratico del territorio con primi cittadini più forti nell’interlocuzione con la Regione, il Governo e i Parlamenti nazionale ed europeo».

A seguire le grafiche dei risultati in Abruzzo.

RISULTATO REGIONE

RISULTATI PROVINCE

RISULTATI COMUNI PRINCIPALI

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