Revocato lo sciopero dei benzinai. Le organizzazioni di categoria: «Scelta per i cittadini. Attendiamo l’esito del tavolo dell’8 febbraio»
ROMA – Lo sciopero dei benzinai si ferma a metà strada dopo le prime 24 ore anche per i gestori di Fegica e di Figisc-Anisa Confcommercio.
Ma non perché le risposte ottenute al quarto incontro, convocato in tarda mattinata al ministero delle Imprese per chiarimenti tecnici, siano state soddisfacenti. Tutt’altro.
«È stato fatto per gli automobilisti, non certo per il governo – hanno spiegato le due sigle -.
Uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto. I cittadini italiani hanno capito che il Governo ha incautamente scaricato sui gestori la responsabilità dell’aumento dell’accisa e li ha indicati come i veri speculatori», ha ribadito in mattinata Roberto Di Vincenzo, presidente della Fegica.
Sulla revoca dello sciopero, il ministro (impegnato a Bruxelles) in serata ha detto soddisfatto che «è stato apprezzato l’impegno continuo del Governo a migliorare il testo del decreto legge che mantiene fisso il principio della trasparenza a beneficio sia dei consumatori che degli stessi gestori.
Soprattutto è stata riconosciuta l’importanza dell’insediamento di un tavolo permanente per il riordino complessivo del settore».
La convocazione dal capo di gabinetto del Mimit sui contenuti dell’emendamento che sarà presentato alla Camera è arrivata alle tre sigle mentre erano riunite in un’assemblea pubblica vicino a Montecitorio.
«La mobilitazione rimane in piedi – ha avvertito il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo -.
Attendiamo l’esito del tavolo dell’8 febbraio sulla riforma del settore a cui i gestori hanno chiesto di includere anche i punti contestati del decreto Trasparenza e oggetto della vertenza ovvero l’esposizione del cartellone con il prezzo medio regionale dei carburanti e le sanzioni in caso di inadempienza.
La Faib Confesercenti, già dopo la riunione di ieri con Urso, aveva ridotto da 48 a 24 ore la protesta che ha visto la chiusura sulla rete stradale dalle 19 e su quella autostradale alle 22.
Un passo indietro ritenendo positive le aperture presentate e già formalizzate con un emendamento al decreto legge».