Rifiuti abbandonati in un’area lungofiume: una serie di microdiscariche abusive scoperte dall’Associazione “Vivi Città”
TERAMO – Inciviltà e maleducazione, oltre che totale insensibilità per la tutela dell’ambiente, sono piaghe che, purtroppo, non conoscono confini e stanno diventando una vera e propria piaga sociale.
Una piaga per la quale, peraltro, nessuna amministrazione, locale o centrale che sia, riesca a trovare antidoto e soluzione. Nemmeno le multe, le sanzioni, il pericolo delle fototrappole, funzionano realmente da deterrente contro le odiose e pessime abitudini di costoro.
L’ultima scoperta delle tracce di questi elementi, pericolosi per la società a parer nostro, viene da Teramo ad opera delle benemerita associazione “Teramo Vivi Città”, presieduta dal collega Marcello Olivieri.
I volontari, infatti, hanno scoperto una vera e propria serie di microdiscariche abusive, dove si poteva trovare di tutto come si può evincere dalla documentazione fotografica, nella zona lungofiume denominata “Gammarana”.
“Durante un’operazione di tutela ambientale, ancora una volta, i nostri volontari di Teramo Vivi Città si sono trovati di fronte ad una serie di micro discariche abusive. I segni di inciviltà sono stati rinvenuti sul lungofiume, in zona Gammarana.
Sono dei veri atti di violenza nei confronti dell’ambiente, i responsabili vanno ricercati anche tra gli svuota fondaci abusivi – afferma Marcello Olivieri presidente di T.V.C. -.
La procedura è sempre la stessa: rapporto dettagliato all’instancabile vigile ecologico Vincenzo Calvarese, poi, a spese dei cittadini onesti – conclude Olivieri -, gli spazi interessati verranno bonificati fino all’arrivo del prossimo incivile”.
La questione, in ogni latitudine italica, a nostro avviso, andrebbe affrontata a due velocità. Per le generazioni adulte, per le quali ormai c’è ben poco da sperare in un cambiamento di mentalità, serve una adeguata e dura repressione.
Le nuove generazioni, che appaiono più aperte e sensibili a queste tematiche, e quelle a venire, meriterebbero la predisposizione di moderni e idonei programmi di educazione e sensibilizzazione ambientale siano dalla scuola primaria, se non dell’infanzia.
Solo così, formando una nuova mentalità e nuovi cittadini, si potrà finalmente sperare di non vedere più simili porcherie.