Riserva del Borsacchio, nuovo atto vandalico: distrutti pali, cartelli informativi e le aree di riproduzione

ROSETO DEGLI ABRUZZI – Nuovo attacco vandalico ai danni della Riserva del Borsacchio: distrutti pali, cartelli informativi e le aree di riproduzione, a pochi giorni dal periodo di riproduzione delle specie protette.

Ne danno notizia le Guide del Borsacchio, parlando di “altra incursione criminale” avvenuta a soli sette giorni dall’ultimo episodio e annunciando che mercoledì, grazie a un progetto con gli studenti del Liceo ‘Saffo’ di Roseto degli Abruzzi (Teramo), verrà ripristinato tutto.

“Questo comportamento criminale, ripetuto con una frequenza preoccupante – afferma il presidente Guide Del Borsacchio, Marco Borgatti – sta mettendo a rischio non solo l’integrità del progetto, ma anche la stagione riproduttiva delle numerose specie protette che abitano la riserva Borsacchio.

Vogliamo ribadire che le delimitazioni e i cartelli non sono finanziati da enti pubblici, ma sono il frutto del lavoro e delle donazioni dei volontari e dei cittadini che dedicano tempo ed energie alla protezione della riserva”.

“È importante sottolineare che il vandalismo ha conseguenze dirette sulle attività di ricerca scientifica, come dimostrato dall’episodio dell’anno scorso in cui quattro nidi di fratino, precedentemente messi in sicurezza dai volontari, furono distrutti insieme alle fototrappole utilizzate per monitorare la schiusa.

Un danno – aggiunge – che ha azzerato le nuove nascite e potrebbe spingere le specie tutelate a non tornare in questa stagione. Nonostante queste sfide, rimaniamo determinati a difendere la Riserva Naturale Borsacchio”.

“Purtroppo quello che questo criminale non capirà mai e che il suo agire non fa altro che alimentare l’amore per la riserva che ha visto oltre 30.000 persone firmare su carta l’appello per la sua salvezza dopo il brutale taglio che l’ha quasi cancellata del tutto. In queste ore dopo l’annuncio sui social centinaia di persone stanno contattando per dare anche piccole donazioni per salvare la riserva per ripristinare le aree distrutte”, conclude Borgatti.