Risolta la questione Neurologia al San Salvatore dell’Aquila. Pezzopane: «Battaglia vinta! Ma si penalizzano Usca e giovani medici»

L'Ospedale San Salvatore dell'Aquila

L’AQUILA – Battaglia vinta per la Neurologia all’ospedale dell’Aquila, esulta la parlamentare Dem Stefania Pezzopane che però denuncia come si si penalizzino Usca e giovani medici.

«È una buona notizia, e bene abbiamo fatto a mobilitarci per Neurologia nell’Ospedale San Salvatore, contro la ingiusta penalizzazione che la destra aveva perpetrato.

E finalmente, dopo mesi di giuste segnalazioni da parte del Prof Carmine Marini, da me riprese fin dai primi giorni di gennaio, la Asl recupera 2 stanze per la neurologia che erano nel precedente atto aziendale e che erano state soppresse. Evidentemente le grottesche decisioni di Marsilio possono e devono essere riviste.

Ma se arriva un piccolo segnale di pentimento, dall’altra si decide di sacrificare le Usca ovvero un pubblico servizio essenziale per i malati di COVID mentre aumentano i contagi.

Non c’è un piano, un programma, una visione per la sanità nella Asl 1 e i colpi sono disordinatamente sferrati all’ospedale ed alla medicina del territorio.

Le criticità sulle USCA che denuncio e segnalo alla Prefetta della Provincia dell’Aquila, ritenendo queste scelte prossime alla interruzione di pubblico servizio, in particolar modo sono:

  1. i mancati stipendi dei corsisti di medicina generale da parte della ASL locale, a differenza dei corsisti della Asl Chieti che vengono pagati regolarmente;
  2. I fondi arrivano dal Ministero e sono già stati stanziati dalla Regione Abruzzo. Chiediamo dove finiscono questi fondi? Il diretttore generale prende regolarmente il proprio stipendio? Perché invece i corsisti devono attendere? Non vengono pagati da giugno 2021. Non è normale.Altra Problematica importante è la volontà da parte della ASL aquilana di togliere i fondi ai giovani medici di famiglia per poter accedere ai nuclei di cure primarie. Di conseguenza questo comporterebbe una mancata assistenza sanitaria (medica e infermieristica) territoriale di 12h alla popolazione;
  3. Ultima ma non meno importante problematica è la volontà di ridurre il monte ore delle USCA, già da me sottolineata qualche giorno fa, su cui attendo segnali concreti. Passare da 12 ore a 6, nonostante dal Ministero vengano trasferiti appositi fondi- è nel limite dell’interruzione di pubblico servizio. Cosi si fa mancare un servizio fondamentale per la popolazione malata di Covid e non solo».

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