Risveglio al mattino…
E’ mattino.
La sveglia ha taciuto.
Tiro via le coperte e scendo dal letto.
Vado verso la finestra dalla quale filtrano righe di luce.Mi affaccio e guardo in strada.
Il cielo è azzurro, il sole inonda di luce ogni cosa.
Appena, appena, una trasluminanza sembra offuscare le cose, ma forse è solo la forza della luce sull’aria ancora fredda.
Guardo la strada: un paio di pruni selvatici sono, rigogliosamente, in fiore, mentre gli alberi che hanno potato da poco sono ancora scheletri rinsecchiti che sembrano levare sottili dita dendritiche al cielo, in una muta implorazione, una muta preghiera di richiamo…
La strada è vuota.
Lasciando andare lo sguardo a seguirla, si nota la prospettiva quasi metafisica, che è solo il segno di un ambiente surreale.
Anche la campana della chiesa ha taciuto.
Le cornacchie son sparite.
Solo il sole sembra inondare questo deserto urbano che mi si spalanca davanti.
L’aria è immota.
Chiudo la finestra con un senso di velata malinconia.
E’ lunedì della seconda settimana senza i rumori della città al mattino!
Non si sentono neppure i pensieri, né i canti, le trombe tacciono e sembra di essere in un altro mondo, quello dove l’uomo non c’è e, a parte gli edifici solenni, le case più o meno condonate, sembra quasi che non ci sia mai stato e che le costruzioni siano le vestigia silenziose ed abbandonate di una qualche razza partita via, lontano, verso le stelle, che iersera, indifferenti, fredde e distanti, stavano lì a guardare la miseria del nostro tempo…