Ritiro dei Frati dal Convento dei Cappuccini dopo 422 anni. La lettera del sindaco Di Prinzio all’ordine dei Frati Minori
Guardiagrele – Il Sindaco Donatello Di Prinzio ha scritto una lettera, indirizzata al ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini Matteo Siro, al ministro generale Frati Minori Cappuccini Roberto Genuin, al ministro provinciale Frati Minori Francescani Massimo Fusarelli, al ministro provinciale Frati Minori Conventuali Mauro De Filippis Delfico, al ministro provinciale TOR M.R.P. Paolo Benanti del Convento S. Antonio di Padova e alla madre generale Suore Francescane Missionarie Gesù Bambino Suor Lilia Agnese Contini, in merito alla decisione da parte dell’Ordine Provinciale dei Frati Minori Cappuccini del ritiro dei frati dal convento di Guardiagrele, dopo 422 anni.
Attraverso le sue parole, Di Prinzio rimarca tutta la sua preoccupazione e spiega: «la comunità che rappresento ha condiviso la vita religiosa, sociale e ricreativa con i frati in una collaborazione stretta e continua. Questa notizia ha creato e sta creando un forte sgomento nei cittadini, si tratta di una decisione che lascerà sicuramente un grande vuoto non solo spirituale ma anche sociale. Da Sindaco, in questo momento particolare di fragilità delle persone, accentuato dall’isolamento e dalla paura causata dal COVID, non posso non evidenziare che il ritiro dei Frati dal Convento porterà ancora di più problemi sociali».
Nella missiva Di Prinzio difende con ostinazione l’operato dei Frati e si batte per la loro permanenza, affinchè possano continuare a dare il loro esempio ed i loro insegnamenti per molti anni ancora. «Per poter avere ancora la loro presenza» – ribadisce il primo cittadino – «è necessario dialogare con gli altri ordini Francescani per creare una comunità di frati interobbedenziale, così come avvenuto a Rieti nel 2017 e ad Assisi nel 2019». Infatti, secondo il primo cittadino, mettere insieme religiosi di tre differenti ordini Francescani sarebbe una soluzione realizzabile senza arrecare problemi a nessuno, ma che permetterebbe di continuare a mantenere il seme dei frati a Guardiagrele, quel seme che ha fatto germogliare la vocazione in molti concittadini nata nel convento dei Cappuccini.
La proposta del sindaco Di Prinzio, trova il suo fondamento dal fatto che Guardiagrele ha sempre avuto la presenza di San Francesco, con i suoi conventi che nel corso del tempo sono stati chiusi e riconvertiti, come, appunto, il convento di San Francesco, oggi sede municipale, il convento di San Giuseppe sede delle suore francescane oggi sede dell’Ente Mostra dell’artigianato artistico; il convento di Santa Chiara di cui resta solo la chiesa; in ultimo il convento dei Cappuccini con i Frati Minori Cappuccini da oltre 400 anni. In questi mesi, insieme al gruppo spontaneo per la difesa del Convento si è cercato di evitare il ritiro dei Frati e la conseguente chiusura del Convento, incontrando i vertici dell’ordine francescano, ma l’appello lanciato per evitare la chiusura del Convento non preclude altre scelte.
Infatti è di questi giorni l’annuncio dato dall’arcivescovo mons. Bruno Forte della possibilità di avere un cambio di guardia con i padri camilliani. Questa opportunità era già stata riferita dal Vescovo nell’incontro avuto con il Sindaco a gennaio, qualora non c’era la possibilità della permanenza dei frati.
«Questa è sicuramente una opportunità per Guardiagrele di avere una comunità religiosa forte come i Camilliani, vista anche la loro vocazione verso i malati e la presenza a Guardiagrele dell’Ospedale» – conclude il sindaco Di Prinzio – «naturalmente l’affetto che nutrono i guardiesi per i frati è tanto per cui si cerca ad ogni costo di mantenere la loro presenza. La disponibilità dei padri camilliani e la mediazione del vescovo Forte è una opportunità importante per la città, vista anche la venerazione di molti concittadini verso San Camillo. Io e tutta la comunità guardiese siamo pronti e felici di accogliere l’arrivo dei camilliani. Per cui, penso che il nostro convento, comunque vadano le cose, resterà attivo e con la presenza di una comunità religiosa importante»