Sanità al collasso nella provincia dell’Aquila. I sindacati si appellano al Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl1
L’AQUILA – La sanità nella provincia dell’Aquila è al collasso e il rischio è che non si possa offrire un adeguato servizio ai cittadini, a fronte di una condizione drammatica del personale.
L’allarme, l’ennesimo, è stato lanciato dai sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil insieme alla Fials e al Nursind.
Le organizzazioni sindacali, infatti, hanno inviato una lunga e dettagliata missiva ai componenti del Comitato Ristretto dei Sindaci Asl1, per far sì che venga convocato al più presto possibile un tavolo di confronto sulle varie emergenze.
Carenza di personale a 360°, Pronto Soccorso praticamente in ginocchio, contrazione dei posti letto e coperture di personale nei Pronto Soccorso con quello di altri reparti (che restano in carenza ndr) le principali emergenze, gravissime, evidenziate dai sindacali nella lettera che vi proponiamo.
La lettera dei sindacati al Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl1
«Le scriventi OOSS della provincia dell’Aquila esprimono forte preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario nel territorio della Provincia Aquilana e chiedono l’attivazione URGENTE di un tavolo di confronto con il comitato ristretto dei Sindaci sulle problematiche che stanno investendo le strutture del territorio a garanzia della salute dei cittadini, del rispetto dei LEA e dell’integrità psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori.
La situazione emergenziale, oramai persistente dall’inizio della pandemia da SAR-COV-2, ha acuito la grave condizione del sistema salute nella nostra Regione già provato da anni di carenza in termini di Personale Sanitario, Personale Amministrativo e di innovazione tecnologica. Basta considerare che la Regione Abruzzo presenta a oggi bassi livelli di Performance (<30%) appena superiore a Campania e Calabria, ultime in graduatoria (dati Panel 2022).
Il personale è ormai ridotto allo stremo per il sovraccarico di lavoro ed il frequente ricorso alle prestazioni in orario aggiuntivo oltre che ai turni di lavoro straordinario, misure non più sufficienti e sostenibili in questa fase.
Infatti, i frequenti contagi riducono ulteriormente le esigue risorse attualmente a disposizione, venendo così meno le norme di sicurezza sul lavoro e ponendo le basi per un imminente, ma speriamo evitabile, collasso dei Servizi Sanitari.
La situazione emergenziale sta investendo tutti i settori del Sistema sanitario Provinciale dai Pronto Soccorsi ormai in affanno alla medicina territoriale priva di mezzi e risorse. I temi da affrontare con urgenza sono i seguenti:
- Carenza di Personale sanitario, tecnico ed amministrativo. Si registrano preoccupanti carenze di personale all’interno delle Unità Operative di degenza dei Presidi Ospedalieri dei Servizi e dei Presidi Territoriali della Asl1 Abruzzo. Invero, nonostante le assunzioni di personale effettuate, le condizioni di lavoro del personale restano decisamente precarie ed estenuanti, tant’è che tutto il personale in servizio è, troppo spesso, costretto a essere di supporto a più Reparti, senza la garanzia dei riposi settimanali, arrivando a lavorare per 15 o 20 giorni consecutivamente ed effettuando turni anche di 12 ore consecutive. Questa condizione, oltre ad essere diventata cronica e strutturale deriva anche da una non ottimale distribuzione delle risorse a disposizione.
- Situazione emergenziale dei Pronto Soccorso. L’insostenibilità di reggere alle continue richieste di prestazioni e di aiuto dei cittadini per chi lavora nell’Emergenza Urgenza è ormai evidente. Nonostante i ripetuti allarmi lanciati da tempo, si fa fronte alle debolezze del sistema a un prezzo durissimo: si tenta di far fronte ai bisogni delle comunità senza gli adeguati strumenti.
- Carenza di personale in Pronto Soccorso e sostituzione con Personale di altre UU.OO. La mancanza di medici specialisti da integrare nel personale di P.S., anche in prospettiva, pone la necessità di tamponare tale situazione con Medici di altre specialità ai quali, tuttavia, manca una corretta formazione e, anche se l’avessero, questa sostituzione genera, di conseguenza, carenze di Personale anche negli altri Reparti ospedalieri, rischiando di compromettere la presa in carico dei pazienti e determinando un corto circuito generale del sistema salute.
- Mancato rafforzamento della medicina territoriale. La medicina territoriale deve garantire la prossimità delle cure e rappresentare un filtro indispensabile per ridurre la pressione verso le strutture Ospedaliere. La pandemia ha chiaramente fatto emergere le carenze riguardanti l’assetto della nostra sanità territoriale, derivanti dalla progressiva riduzione dei finanziamenti che ha inciso in maniera rilevante su tale settore del nostro servizio sanitario territoriale: la carenza di personale, le poche risorse per strutture e tecnologie, la frammentazione dei processi assistenziali fra la sanità territoriale e la rete ospedaliera, la limitata disponibilità di assistenza domiciliare, l’inadeguata disponibilità di strutture post ricovero quali Ospedali di comunità e centri per la riabilitazione. Dirimente per questo settore l’utilizzo dei fondi del Pnrr che prevedono uno stanziamento di 7 miliardi di euro per la realizzazione di case della comunità e 2 miliardi di euro per il potenziamento dell’assistenza domiciliare e infine 4 miliardi per l’attivazione degli Ospedali di comunità.
- Contrazione dei posti letto di degenza NON COVID. A fronte di una evidente ripresa della diffusione dei contagi da Covid-19, si assiste negli Ospedali della ASL-1-Abruzzo ad una contrazione dei posti letto in degenza ordinaria, ridotti per chiusure e accorpamenti di diverse strutture.
- Rallentamento del normale svolgimento delle attività assistenziali. La carenza di personale ha come impatto immediato la riduzione dell’attività di Reparto e Ambulatoriale con conseguente grave rischio anche per la salute di cittadine e cittadini che spesso necessitano di un periodico stretto follow-up. Basti pensare all’inesorabile allungamento delle liste di attesa per ricoveri o per l’esecuzione di visite ed esami specialistici che è arrivato a livelli paradossali. Vi sono segnalazioni di ritardi diagnostici che avrebbero compromesso lo stato di salute dei pazienti.
- Gestione delle aree di isolamento per pazienti COVID all’interno dei Reparti di degenza NO-COVID. Secondo nuove disposizioni i ricoverati che dovessero trovarsi in condizione di positività al virus SARS-COV 2 vengono separati in camere ben distinte che si trovano però nella stessa corsia dei degenti COVID free, con notevoli e conseguenziali problemi per il personale e la gestione dei percorsi pulito/sporco o vestizione/svestizione.
- Mancata erogazione del salario accessorio legato alla produttività. Il Personale, infatti, è ancora in attesa delle spettanze relative all’annualità 2020 che avrebbero dovuto essere erogate lo scorso anno.
- Graduatorie. Le scriventi O.O.S.S ritengono che sia “urgente” procedere a reperire nuovo personale utilizzando le graduatorie esistenti a partire da quella a tempo indeterminato per gli Operatori Socio Sanitari espletato dalla ASL di Teramo quale Azienda Capofila e, contemporaneamente, attivare le procedure concorsuali per avviare e concludere i bandi di concorso per tutte le alte figure professionali.
- Ricognizione del personale. È necessaria, infine, una “puntuale” ricognizione del Personale al fine di migliorare l’assetto organizzativo delle Strutture Sanitarie spesso sbilanciato rispetto ai carichi di lavoro. Peraltro, evidenziamo come in numerose UU.OO., sia presente un gran numero di Operatori sanitari con prescrizioni impossibilitato ad ottemperare a pieno ai compiti previsti dal proprio incarico professionale, la cui presenza in tali UU.OO. determina un aumento del rischio ed un peggioramento delle proprie condizioni di salute». Fp-Cgil, Anthony Pasqualone – Cisl-Fp, Marcello Ferretti e Orazio Soccorsi – Fials, Simone Tempesta – Nursind, Antonio Santilli.
Iniziativa più che opportuna, quella messa in campo dai sindacati, visto il perdurante silenzio della dirigenza Asl1 e la non certo immediata reazione da parte della Regione Abruzzo.
Una sorta di “parlare a nuora perché suocera intenda”, nella speranza che alla fine qualcuno decida di attivarsi e iniziare a risolvere i tanti problemi della sanità nell’aquilano.