Sanità delle aree interne. Manifestazione il 22 febbraio alla Direzione Asl1: “No alla chiusura dei nuclei di cure primarie”

AVEZZANO – Rischio chiusura dei Nuclei di Cure Primarie nelle are interne della Regione, sempre le stesse, e quindi nuova manifestazione di proteste dei sindacati confederali e di categoria.

Giovedì prossimo, infatti, indetta dalle sigle Fimmg, Vito Labano il segretario, Smi, Guido Iapadre, Snami, Raffaele Giorgi e Cgil, Francesco Marrelli, si terrà sin dal mattino una protesta davanti alla sede legale della Asl1 per sottolineare l’urgenza di prendere provvedimenti diversi da quelli adottati sino ad ora.

Questa la nota sindacale nella quale si denuncia la situazione e si lancia la manifestazione: «Giovedì 22 Febbraio saremo di nuovo in piazza per difendere il diritto costituzionale alla salute che la nostra ASL sta rendendo evanescente.

Con atti aziendali di programmazione pubblici, infatti, si sta determinando la sostanziale chiusura dei Nuclei di Cure Primarie e, di conseguenza, un abbassamento dello standard dei servizi essenziali per tutti i cittadini e le cittadine, con un unico scopo: fare cassa sui bisogni primari della collettività.

Noi non possiamo accettarlo.

Non possiamo e non vogliamo accettare un’involuzione della sanità pubblica territoriale, rinunciando ai Nuclei di Cure Primarie per come li abbiamo conosciuti dal 2007 ad oggi e per come immaginiamo debbano, invece, continuare a progredire.

Non possiamo e non vogliamo accettare che venga compromesso il servizio dei Nuclei di Cure Primarie, un servizio attivo per ben dodici ore al giorno, con la costante presenza di personale medico, infermieristico e amministrativo qualificato, un servizio che fornisce assistenza diretta a circa cinquantamila cittadini e cittadine, un servizio che contribuisce al potenziamento di una sanità nazionale e territoriale di qualità, pubblica, universale, gratuita, equa e vicina alla vita reale e ai bisogni delle persone.

Per tutto questo saremo di nuovo in piazza a manifestare, cercando il modo di farci ascoltare, con la mobilitazione necessaria di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, per difendere i Nuclei di Cure Primarie, e cioè un presidio di modernità, efficienza e, soprattutto, di giustizia sociale.

Non ci faremo togliere ciò che di diritto è nostro: Lavoro e Salute!».

Alla manifestazione ha annunciato ufficialmente l’adesione il Partito Democratico, con una nota di Stefano Albano e Nello Avellani, capogruppo al Consiglio comunale dell’Aquila e segretario cittadino del Partito democratico.

Questa la nota dei due esponenti Democratici sulla questione Nuclei Cure Primarie.

«Dalla pandemia il centrodestra non sembra aver imparato la lezione, che dovrebbe suggerire di invertire il rapporto tra ospedale e medicina del territorio, promuovendo servizi e prestazioni di prossimità per il cittadino facendo sì che si snelliscano le liste d’attesa e si decongestionino i nosocomi.

All’Aquila si fa il contrario, sia rispetto ai presidi esistenti – tanto è vero che i nuclei di cure primarie sono a rischio chiusura perché la Asl non consente la sostituzione dei medici andati in pensione con i nuovi professionisti, sia rispetto alla programmazione futura considerando che, contravvenendo al Dm 77, la Casa di comunità è stata localizzata all’interno del San Salvatore.

Se da un lato, dunque, assistiamo a un’assenza di pianificazione, dall’altro le decisioni vengono assunte senza alcuna concertazione, a partire dalle scelte sull’utilizzo dei fondi del Pnrr”, aggiungono Albano e Avellani, che ricordano come “abbiamo anche richiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario sul tema della sanità, fissato per lunedì prossimo, 26 febbraio alle ore 15,00, sulla base di un ordine del giorno condiviso con tutti i gruppi di minoranza che illustreremo alla stampa venerdì mattina”.

Abbiamo risposto all’appello dei sindacati e degli operatori partecipando all’assemblea della scorsa settimana – affermano – nella convinzione che vadano modificati tutti gli atti con cui la Asl di fatto impedisce la sostituzione dei medici in quiescenza.

Caso unico in Abruzzo, se si considera che nelle altre province i subentri sono continui e con cadenza periodica in modo da assicurare sempre lo stesso livello di assistenza e migliorare il servizio prestato ai pazienti».

Annuncia la sua adesione anche Giorgio Fedele per il Movimento Cinquestelle.

“Perdere i Nuclei di Cura Primaria all’Aquila vuol dire depotenziare ulteriormente la sanità del territorio e limitare, in maniera arbitraria e quindi voluta, il diritto di accesso alle cure dei cittadini.

Una scelta inaccettabile e incomprensibile che graverebbe sulla nostra collettività e che abbiamo il dovere di scongiurare ad ogni costo.

Come ho fatto più e più volte, anche il 22 febbraio, nell’ambito della manifestazione organizzata da FIMMG, SMI, SNAMI e CGIL, sarò sotto la sede della Direzione Strategica della ASL1 all’Aquila per ribadire la mia contrarietà alla chiusura degli NCP, un servizio essenziale che, invece di essere messo da parte, andrebbe rinforzato e reso centrale all’interno della rete della medicina del territorio.

I Nuclei di Cura Primaria garantiscono un servizio assistenziale di dodici ore al giorno che sarebbe assurdo dover perdere: potrebbero anche eseguire esami diagnostici di primo livello, se solo fossero messi nelle condizioni di farlo e, con le lunghe liste d’attesa che gravano sui nostri presidi pubblici, rappresenterebbero un’alternativa importante cui i cittadini potrebbero ricorrere.

Non solo, ma avrebbero anche l’importante ruolo di deflazionare gli accessi ai Pronto Soccorso per tutte quelle prestazioni che non sono erogate in emergenza urgenza – come i codici verdi o bianchi – per le quali i cittadini, non trovando risposta nella medicina territoriale, sono costretti a ricorrere ai presidi ospedalieri finendo così per intasarli.

Perderli equivarrebbe a compiere un brutto e pericoloso passo indietro all’interno di un sistema sanitario come quello aquilano reso già fragile dalle scellerate politiche di centrodestra di questi anni che portano la firma dell’Assessore Verì, del Presidente Marsilio e della Direzione Generale dell’azienda guidata da Ferdinando Romano.

La sanità va potenziata e non tagliata. I servizi ai cittadini vanno garantiti e non limitati”.