Sanità e destra: il gioco delle 3 carte in Abruzzo
AVEZZANO – Carta perde, e carta perde; quando si tratta di sanità in Abruzzo è raro che si vinca.
Fortuna ha voluto che nella nostra regione il Covid-19 si sia affacciato a malapena. Anni di gestione contestabile e debiti accumulati per non si sa bene quale causa, sarebbero stati davvero terreno fertile per una scia di problemi non indifferente. E invece questa volta dobbiamo davvero ritenerci fortunati.
A fronte di questa serie di fortunati eventi, in molti avrebbero pensato che, da oggi, sulla sanità pubblica non si risparmierà assolutamente niente (tempo, soldi, energie, risorse, etc.). E invece, no. L’Abruzzo resta statico con i suoi “forse” e i suoi “vedremo”. Ed ovviamente, nella terra dell’incertezza, la Marsica regna sovrana in quanto a numeri.
Proprio di ieri l’ennesimo diniego della Regione (che in questa situazione si è dimostrata, a voler esser buoni, farraginosa) che rimanda uno dei punti più discussi della Sanità, ovvero i Punti di Pronto Intervento di Tagliacozzo e Pescina.
Questi due plessi, infatti, sono stati l’occhio del ciclone della situazione sanitaria attuale ed hanno coinvolto, ovviamente, la zona Marsica in toto. Chiusi ad inizio pandemia, per prevenire e/o contenere il fenomeno Covid-19, dopo diverse sollecitazioni hanno spinto addirittura i vari sindaci ad andare in protesta nel tempo, fino alla quasi totalità. Capofila delle proteste sono diventati ovviamente i due sindaci dei comuni interessati, ovvero Vincenzo Giovagnorio e Stefano Iulianella, con al fianco la comunità marsicana di primi cittadini e rappresentanti delle comunità. D’altronde, risulta impensabile che una macroarea abruzzese come la Marsica, di più di 100mila anime, possa riversarsi interamente sull’ospedale di Avezzano (ospedale definito da Marsilio “ospedale più pericoloso d’Italia” e “da rafforzare e ricostruire” in piena campagna elettorale, anche se alle parole sono seguiti pochi fatti, ad oggi). Dunque, un ospedale con queste gravi peculiarità non sembrerebbe adatto per gestire tutto questo afflusso di clienti, vero?
Impensabile, ma pensabile, a quanto pare. E pensando questo, ieri si è inflitta un’altra proroga alla riapertura dei suddetti due plessi, fra lo sconcerto di tutti, che però non hanno avuto figura con la quale lamentarsi, vista l’assenza in commissione del Presidente della Giunta regionale Marco Marsilio e dell’Assessore alla sanità Nicoletta Verì. Sconcerto per ospedali (non pizzerie, con il massimo rispetto per i pizzaioli) che non riapriranno a stretto giro (si pensava per il 16 di Giugno, ma così non sarà) e richieste che ancora una volta verranno disattese, ovvero che questi Ppi riaprano con il personale medico idoneo per un H24, così da sgravare molto lavoro sulle spalle del Pronto soccorso di Avezzano, oberato in questi mesi.
Ma è qui che lo scenario delle 3 carte si verifica: prima il dott. Testa (direttore generale della Asl1 Abruzzo) e poi il consigliere regionale Lega, Simone Angelosante (noto alle cronache recenti per affermazioni spesso scomposte e provocatorie), rimischiano un po’ le carte: sconfessando la presunta data di Giugno, affermano che i Ppi di Tagliacozzo e Pescina verranno riaperti il prima possibile (giorno:? mese:? anno:?) e rilanciano la palla in avanti, nell’attesa del prossimo (probabile) rinvio. Domani ci sarà un’altra seduta di Commissione, nella quale si tornerà a parlare di sanità marsicana con l’ospedale di Avezzano.
Troppa prudenza? Disorganizzazione? Le risposte possono essere molte, le certezze poche. Ma una di queste è sicuramente che la Marsica risulta, come accade da molto ormai, abbandonata a sé stessa. Un decentramento forzato (a tratti pilotato) ed una dequalificazione del territorio hanno portato a questo. E ci sarà molto da rimboccarsi le maniche per uscire dalla palude. Ma se si continua ad indicare i sindaci marsicani da L’Aquila, la strada sarà davvero dura…