Sanità Marsicana. Riapertura dimezzata per i Ppi di Pescina a Tagliacozzo
Insorgono le opposizioni civiche e di sinistra e il Movimento Cinquestelle
AVEZZANO – Riapertura dimezzata per i Ppi degli ospedali di Pescina e Tagliacozzo. Insorgono le opposizioni di sinistra e il Movimento Cinquestelle.
La decisione, peraltro al momento ufficiosa, della Asl1, che ancora non comunica in materia di Punti di Pronto Intervento nulla di ufficiale, sarebbe quella di riaprire i due presidi a partire dal 16 giugno e, come se non bastasse, solo nella fascia diurna, dalle 8 alle 20, un po’ come le docce pubbliche di un secolo fa. Se ciò rispondesse a verità, è probabile che in serata si avrà una qualche comunicazione dal Dg Asl1 Roberto Testa, oltre al danno si aggiungerebbe la beffa. Il danno di avere una riapertura non riapertura, visto che i problemi di quelle zone, la Valle del Giovenco e l’area di Tagliacozzo che comprende anche la Valle Roveto e la Valle di Nerfa, è proprio il soccorso e l’assistenza rapida nelle ore notturne. La beffa, quella di aver visto riaperti a metà questi servizi, come una sorta di presa in giro che magari si pensava potesse far stare anche contenti i residenti delle due aree marsicane.
Sulla questione si registrano già prese di posizione estremamente critiche.
La prima è quella dei consiglieri comunali di “Tagliacozzo Unita”, Vincenzo Montelisciani e Romana Rubeo: «Abbiamo appreso questa mattina da fonti di stampa che il management della ASL Abruzzo 1 e i vertici politici della Regione Abruzzo avrebbero deciso la riapertura dei Punti di Primo Intervento di Tagliacozzo e Pescina per il 16 giugno, cioè dopo più di tre mesi dalla chiusura e con un ritardo di oltre un mese rispetto alla data precedentemente annunciata (e puntualmente disattesa) del 15 maggio. Per di più, pare che la riapertura sarà solo “a metà”, cioè solo per 12 ore al giorno: dalle ore 8 alle ore 20. Francamente fatichiamo a comprendere le reazioni esultanti di alcuni alla notizia di una riapertura che avverrebbe in ritardo di oltre un mese e a servizio dimezzato, che creerà una situazione grave e pericolosa per la sicurezza e per la salute dei cittadini proprio all’avvio di una stagione estiva che già di suo si annuncia difficilissima, ma che comunque porterà il solito considerevole aumento delle presenze sul territorio e il solito conseguente aumento della domanda di prestazioni sanitarie. Speriamo che le notizie che abbiamo letto stamattina siano solo uno scherzo di cattivo gusto e che invece il management della ASL e i vertici politici della Regione Abruzzo stiano facendo ciò che è loro responsabilità fare: lavorare per una riapertura celere e a pieno servizio, perché un ulteriore prolungamento delle chiusure non è sostenibile e perché una riapertura “a metà” del PPI non ci farebbe affatto sentire più sicuri, ma solo presi in giro. Purtroppo non sarebbe la prima volta, ma in questo preciso momento storico, in cui tutti sono consapevoli delle conseguenze causate dai tagli a servizi essenziali, siamo sicuri che i cittadini siano meno disposti che mai a essere presi in giro».
Anche il consigliere regionale e capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, tuona contro questa decisione: «Dopo il danno dei tre mesi di chiusura dei reparti di emergenza degli ospedali di Pescina e Tagliacozzo durante l’emergenza Covid, oggi arriva la beffa, della riapertura 8-20 di un servizio che di sera non sarà a disposizione della comunità, sempre più allo sbaraglio la gestione sanitaria della Giunta di centrodestra” – denuncia il capogruppo PD in Consiglio regionale Silvio Paolucci – . Nel mentre varano provvedimenti che fanno arrivare oltre 100 milioni di richieste transattive dalla sanità privata decidono di limitare a 12 ore la riattivazione della rete di emergenza in piena Fase 2, col rischio che alla fine si decida di chiudere – avverte l’ex assessore Paolucci – Nel frattempo per cittadini e utenti si producono solo disagi, perché per saranno costretti a rivolgersi ad Avezzano, con un aggravio di tempi e rischi che la sanità del territorio non può permettersi. I servizi potevano essere potenziati anche nell’organico, programmandone lo sviluppo futuro durante il periodo di stop, ma ciò non è avvenuto. Le coperture per farlo esistono, visto che è stato possibile confezionare una norma del valore di centinaia di milioni per favorire componimenti bonari. Manca la volontà che non può essere solo rivolta agli stipendi di manager della sanità e a quelli dei dirigenti della struttura. La Regione ha ritenuto persino prioritario arruolare un personal shopper della sanità, tralasciando di assumere unità preziose da destinare all’organico dei suoi reparti più sensibili e a servizio di zone interne con un bacino d’utenza capace di fare almeno 14.000 accessi l’anno presso i due Punti di primo intervento. Una linea che la maggioranza di governo sta portando avanti con le strutture di tutta la regione, promuovendo una politica scollegata dalla programmazione che è e resta del tutto inesistente. Per ottenere risposte che non pregiudichino la comunità e il loro diritto a una sanità efficiente, porteremo avanti mobilitazione e terremo alta l’attenzione insieme agli amministratori del territorio, che in questi mesi sono stati illusi dalle promesse sventolate dal Governo regionale. Il centrodestra ha deliberatamente mentito ai sindaci, amministratori e cittadini ventilando giustificazioni improponibili al posto delle reali motivazioni alla base della chiusura di questi importantissimi servizi della rete di emergenza. Un atteggiamento che sconfessa anche tutti gli impegni presi dalla nuova classe dirigente durante la campagna elettorale, istanze subito dimenticate, una volta al governo».
Non è da meno il consigliere regionale marsicano del Movimento Cinquestelle, Giorgio Fedele che afferma: «Il Presidente della Commissione Sanità e il direttore della Asl 1, a seguito dell’incontro tenuto ieri sul tema, si sono trovati probabilmente costretti a dare un limite temporale per la riapertura dei PPI di Tagliacozzo e Pescina. A maggio non sono stati in grado di riaprirli, prendiamo atto della nuova scadenza che si sono concessi fino al 16 giugno, sperando che stavolta riescano a rispettare i tempi e che forniscano il prima possibile certezza sul ripristino degli orari consoni, poiché rimangono numerose perplessità sulle capacità di offrire servizi adeguati con solo 12 ore di attività, così come è stato annunciato. Viene il dubbio, comunque, che un ruolo decisivo lo abbia giocato proprio il vespaio che ho sollevato in questi giorni, anche alla luce delle laconiche risposte che ho ricevuto solo due giorni fa dal Direttore della Asl 01 Roberto Testa, in cui la riapertura dei presidi marsicani sembrava l’ultimo problema a cui l’Azienda sanitaria locale avrebbe dovuto pensare. Continuiamo a tenere alta l’attenzione sul tema, perché i cittadini non possono più essere presi in giro da continui rinvii e cambi di rotta. Ora che finalmente siamo riusciti ad ottenere dal Direttore e dal Presidente Quaglieri l’impegno per una data certa di riapertura ci aspettiamo che questa avvenga nei tempi previsti. Resto comunque in attesa della convocazione della commissione sanità che ho richiesto in Consiglio regionale per avere dalla dirigenza ASL, non solo a mezzo stampa ma con documenti di programmazione chiari, spiegazioni sulla situazione che è venuta a crearsi in Marsica. Allo stato attuale, infatti, al di là di parole e annunci, nessuno dei problemi che ho sollevato è stato risolto. Non abbasserò l’attenzione fino a quando non ci saranno risposte certe e risultati concreti».
E Fedele va oltre, fornendoci anche una risposta, avuta qualche giorno fa, dello stesso manager Asl1 Roberto Testa a una sua richiesta di chiarimenti riguardante proprio i due Ppi marsicani, documento che noi, come nel nostro stile, vi proponiamo sia in versione di documento che in immagine sempre riproducendo l’originale senza nulla togliere o aggiungere.
Appare chiaro, a questo punto, che le istituzioni e le forze politiche marsicane debbano fare uno sforzo unitario, per una volta, senza badare a differenze di appartenenza e territoriali, e puntare ad una vertenza con la Regione e il Governo centrale, affinché la Marsica venga considerata un territorio come gli altri e venga dotata delle giuste strutture e adeguati servizi di assistenza sanitaria, ospedaliera e socio-assistenziale. Il tempo delle… missioni caritatevoli deve finire qui.