Scabbia, dermatiti ed acarosi nel carcere di Sulmona. I sindacati: “Oltre al sovraffollamento, ora peggiora la situazione igienico-sanitaria”

SULMONA – Situazione sempre più pesante nel carcere di Sulmona. A denunciarlo sono i sindacati Osapp, UilPa, Uspp e Cgil-Fp che, oltre all’eterno problema del sovraffollamento, ora parlano di condizioni igienico-sanitarie compromesse.

Secondo sindacati, infatti, il personale vive giorni di timori, ansie e incertezze operative per il verificarsi nell’istituto di casi di Covid ma anche di “dermatiti” ed “Acarosi”, nonché un caso presunto di scabbia.

“Il personale ormai stremato da una pesantissima estate dovuta alle eccezionali carenze di personale che hanno portato a doppi e tripli turni ed accorpamenti di molteplici posti di servizio, così come evidenziato nella nostra nota del 18 c.m.- dicono i sindacati -, si trova oggi ad affrontare un pericolo ancor più insidioso, la possibilità di infezioni dovute a rischio batteriologico per il mai estinto Covid-19 e per una “sospettata” epidemia da Sarcoptinae, l’acaro della scabbia.

È cosa nota che i primi casi di sospette “dermatiti” ed “acarosi” risalgano a maggio 2023 – si legge nella nota dei sidnacati –, di cui il caso più grave è un detenuto che ad oggi è ricoverato presso l’ospedale cittadino da settimane, nei mesi trascorsi ci sono state ufficiose rassicurazioni sui 3 o 4 casi segnalati e che fossero NON infettivi, ma dipendenti da malattie autoimmuni o da presunti morsi di insetti.

Da una stima di voci non ufficiali del personale sanitario interno all’istituto i malati di “acarosi” risulterebbero essere di circa 5 detenuti al Reparto Verde e di circa 10 detenuti al Reparto Blu, e contestualmente n. 3 casi accertati di detenuti positivi al Covid-19.

Se fosse confermata questa stima – proseguono – , ripetiamo non ufficiale, è palese che tale dermatite, acarosi o scabbia che sia risulta essere infettiva e bisognosa di interventi seri da parte degli uffici ASL e dell’Amministrazione Penitenziaria, entrambi in colpevole ritardo.

La gestione è ovviamente resa difficoltosa anche per il sovraffollamento in cui versa l’istituto che relativamente ai detenuti AS 3 ha una capacità regolamentare di n. 200 posti, mentre gli attuali presenti sono 375, quindi siamo al 187,5% della capacità regolamentare, ciò ovviamente riduce se non rende impossibile la necessità terapeutica di isolare tanto i malati di Covid-19, quanto i malati di scabbia.

Al fine di rassicurare il personale operante e la comunità tutta – concludono i sindacati -, Le chiediamo un urgente riscontro”.