Scardinato a Roma un traffico illecito di dispositivi telefonici in carcere. Garau (Spp): “Un plauso va ai poliziotti penitenziari”

ROMA – È giunta in redazione la notizia dell’introduzione illegale, nella Casa di Reclusione di Roma Rebibbia, di smartphone ad opera a quanto, pare, di uno specialista esterno nel campo sanitario. Durante i controlli effettuati dal personale di polizia penitenziaria, venivano rinvenuti all’interno della sua borsa svariati dispositivi debitamente sigillati.

Secondo alcune informazioni, il professionista, su commissione di alcuni detenuti, riforniva di telefoni cellulari nuovi, smerciati all’interno del carcere e con sovraprezzi finanche di 800 euro, diversi altri reclusi.
Visti gli ultimi fatti accaduti nel penitenziario, da dove sarebbero poi partiti per poi essere pubblicati sui social svariati cortometraggi di luoghi detentivi ed in particolare modo un video che riprendeva due detenuti che facevano un incontro di box, non è da escludere il fatto che all’interno dell’istituto ci sia un vero e proprio traffico di telefoni cellulari.


L’uomo è stato denunciato per introduzione fraudolenta di dispositivi atti alla comunicazione ex art.391 ter.
Il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria Gianluca Garau afferma che già in passato è stato segnalato, a seguito di numerosi ritrovamenti, un possibile traffico illegali di telefoni cellulari che sarebbero poi stati introdotti furtivamente, da persone insospettabiliz all’interno del carcere. Ma tant’è, e come si dice tanto va la gatta al lardo…Questa volta l’ insospettabile è stato colto in fragranza dal personale di polizia penitenziaria.

Il sindacato S.P.P. esprime vivo compiacimento e plauso al personale di polizia penitenziaria che con grande dedizione e senso del dovere, seppure in forte carenza di organico e costretto a turni massacranti, non è nuovo a scoperte di oggetti non consentiti la cui detenzione è punibile penalmente.