Sciopero dei lavoratori della sanità privata. I sindacati: «La Regione verifichi e poi revochi gli accreditamenti a chi pratica “dumping salariale”»
PESCARA – Revoca degli accreditamenti a quelle aziende della sanità provata che non rispettano i contratti nazionali di lavoro a danno dei lavoratori.
Questa, in estrema sintesi, la richiesta presentata questa mattina, alla assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, dai sindacati di categoria regionali, Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, a margine dello sciopero proclamato per oggi.
«Le scriventi Segreterie regionali oggi rappresentano le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori cui viene applicato il CCNL AIOP RSA – affremano i segretari dei sindacati, Paola Puglielli, Vincenzo Mennucci e Alfiero DI Giammartino – e che versano in una condizione di disparità rispetto ai lavoratori dipendenti che operano nello stesso settore; tali situazioni non possono persistere e necessitano di una ferma presa di posizione anche da parte della Regione Abruzzo.
Abbiamo proclamato lo sciopero per la giornata di mercoledì 27 settembre – proseguono – allo scopo di manifestare il nostro dissenso rispetto a una pratica scorretta di dumping contrattuale e per manifestare il sostegno in favore delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti delle strutture accreditate dalle Regioni, che svolgono servizi essenziali nella presa in cura dei più fragili e che non ricevono da oltre un decennio una vera e propria valorizzazione della propria posizione lavorativa.
Alla luce di quanto esposto, chiediamo che venga effettuata una ricognizione a livello regionale affinché emerga il dato quantitativo dell’applicazione del CCNL AIOP RSA nelle strutture che si occupano di fragilità e chiediamo che la Regione intervenga per l’applicazione nelle strutture dei contratti sottoscritti con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative – chiariscono i sindacalisti -, dal momento che proprio la mancanza dell’elemento della maggior rappresentatività pone il CCNL AIOP RSA in conflitto con le disposizioni previste dall’art. 4 co. 2, lett. r) della legge 23 marzo 2023, n. 33.
Inoltre, considerato che le disposizioni introdotte dal DM 19 dicembre 2022 pongono la valutazione dei requisiti ai fini del rilascio dell’accreditamento istituzionale in capo alla Regione, riteniamo che sia interesse dell’ente assumere iniziative dirette affinché non si verifichino fenomeni distorsivi, come ad esempio il riconoscimento della medesima remunerazione tariffaria a strutture che, applicando CCNL differenti, generano profitti diversi ed erogano trattamenti salariali diversi.
Pertanto, chiediamo che sia la Regione Abruzzo a verificare che l’intero processo preveda tra i criteri ai fini del riconoscimento dell’accreditamento il rispetto dell’applicazione dei CCNL sottoscritti con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e la revoca dell’accreditamento come conseguenza in caso contrario, affinché – concludono Puglielli, Mennucci e Di Giammartino – possa essere garantito un contrasto reale al dumping salariale e contrattuale esercitato finora nei confronti delle lavoratrice e dei lavoratori della categoria».