Scomparso Mario Setta, storico e intellettuale amante della Libertà
E’ morto Mario Setta. Con la sua morte, avvenuta il 25 marzo scorso, l’Abruzzo perde, insieme, un grande storico e intellettuale e un insigne testimone di valori universali.
Lo ricordiamo e non solo ora, per la meravigliosa iniziativa che – grazie a lui e ad altri appassionati di storia e di libertà – prese vita, dopo anni di contatti, testimonianze, incontri e azioni “IL SENTIERO DELLA LIBERTA’”.
A maggio del 2001 per la prima volta si dette il via a questa lunga camminata che, denominata Marcia internazionale della Libertà, si snoda, lungi suggestivi sentieri, da Sulmona a Casoli, ripercorrendo luoghi e tappe di una scelta: quella della libertà, quella di “donne e uomini semplici, che non ebbero paura di mettersi in gioco” e che, dopo l’8 settembre 1943, intrapresero il cammino per ricongiungersi alle truppe Alleate, accompagnati dai volontari della Resistenza umanitaria tra le asperità della Maiella e oltre la linea Gustav.
Il percorso ha quattro tappe: Sulmona-Campo di Giove-Palena-Gamberale-Castel di Sangro, in modo da unificare simbolicamente le due vie: da Nord-Sud (i sentieri dei POW verso la Libertà) e da Sud-Nord (la Liberazione dell’Italia da parte degli Alleati).
Da allora la marcia si è tenuta tutti gli anni ad eccezione del 2020 e 2021 a causa dell’emergenza sanitaria. Per questa iniziativa, Setta e alcuni dei suoi studenti furono ricevuti dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che proprio durante il periodo bellico aveva ricevuto ospitalità e aveva vissuto tra Scanno e Sulmona nell’autunno-inverno 1943-1944.
Persona straordinaria Mario Setta, che della libertà ha fatto il suo credo all’interno della sua profonda fede che lo ha portato sempre a seguire la sua coerenza piuttosto che scendere ad ipocriti compromessi.
Prolifico scrittore, ha avuto grandi passioni: l’amore per la libertà dell’uomo e della donna che si interfaccia con l’Amore incondizionato e la sterminata Misericordia di Dio e l’ammirazione grandissima per Pietro da Morrone, salito al soglio pontificio con il nome di Celestino V.
Il ricordo di Goffredo Palmerini
Goffredo Palmerini così scrive al riguardo: “Nel suo libro “Homo, elogio di Eva”, Setta afferma che non è stato commesso alcun peccato originale, solo realizzato il primo impulso verso la conoscenza: “Con il gesto di Eva nasce la filosofia, l’amore per il sapere, Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede, superare l’idea dogmatica del peccato originale ridarebbe alla missione di Cristo il suo valore profondo e autentico: l’esemplarità umana”.
E poi, riferendosi al potente gesto di Celestino:” Mario Setta ammira il coraggio profetico di Celestino nel distaccarsi dal potere, per tornare ad essere umile eremita, segnando la prelazione di un’Ecclesia spiritualis rispetto ad una Chiesa contaminata dal potere temporale. Lo stesso principio che in più occasioni ha portato Setta a sostenere l’esigenza per la Chiesa di uscire dal regime concordatario per recuperare fino in fondo, senza le convenienze del Concordato, la libertà di testimoniare in autenticità e distacco dagli interessi materiali il messaggio evangelico”.
E quelli di Maria Rosaria La Morgia e Carlo Fonzi
La giornalista Maria Rosaria La Morgia e Carlo Fonzi in qualità di presidente dell’Istituto abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea lo hanno omaggiato con affettuose parole di ammirazione e riconoscenza per aver insegnato, attraverso il concreto suo esempio, che “resistere è un verbo che si coniuga sempre al presente” e per “aver lasciato, a Sulmona, alle comunità peligna e teatina, a tutti noi un’eredità che riguarda il concetto e la prassi di resistenza umanitaria”.
La bibliografia essenziale
Senza pretesa si essere esaustiva, segue una bibliografia essenziale:
- “L’ultima Messa”;
- “Cristo ha le mani sporche”;
- “Il volto scoperto” ;
- “E si divisero il pane che non c’era, Il sentiero della libertà. Un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi” (Laterza, 2003);
- “Spaghetti e filo spinato” di John Esmond Fox;
- “Fuga da Sulmona” di Donald Jones;
- “La guerra in casa 1943-1944 – La Resistenza umanitaria dall’Abruzzo al Vaticano” di William Simpson;
- “Linea di fuga 1943-1944” di Sam Derry;
- “Un pranzo di erbe” di John Verney;
- “Lo statuto dei gabbiani” (ed. Milieu 2012) raccoglie gli scritti e racconta la vita del famoso “bandito gentile” Horst Fantazzini, curato dalla compagna Patrizia Diamante con prefazione di Pino Cacucci;
- “Dall’Abruzzo l’appello per la pace di Immanuel Kant e l’esempio di don Ottavio Colecchi.