Scurcola Marsicana. L’ex sindaco Olimpia Morgante parla delle sue dimissioni: «Cari Concittadini…»
SCURCOLA MARSICANA – In una toccante lettera Maria Olimpia Morgante, ormai ex sindaco di Scurcola Marsicana, spiega alla cittadinanza le ragioni che hanno portato alle sue dimissioni. Dimissioni che ricordiamo esser il 17 febbraio scorso a seguito delle dimissioni di sei consiglieri della maggioranza. Vi riportiamo la lettera per intero:
«Cari Concittadini, unitamente ai consiglieri Tortora, Nuccetelli, Paolucci e Fasciani, mi sembra doveroso rivolgere a Voi un pensiero conclusivo di questa avventura politica, interrotta in modo tanto prematuro quanto inaspettato. Mi rammarica, ancor prima delle dimissioni del consigliere di maggioranza Farina e del Vicesindaco Bartolucci, di non aver avuto il tempo di avviare la programmazione di alcuni interventi, ora che le risorse dell’Ente si sono rese disponibili. Di aver lasciato l’ultima parte del mandato, seppur breve, incompiuta. Ci resta la soddisfazione di aver intanto raggiunto il risultato del risanamento dell’Ente, ma anche di aver messo in atto o in cantiere una serie di progetti e programmi, forse rimasti taciuti o poco in evidenza, ma per i quali in questi anni si è duramente lavorato. In ogni caso sarà portato a conoscenza della popolazione un bilancio di fine mandato in cui daremo conto del lavoro svolto. Sono stati quattro anni difficili, in cui abbiamo dovuto fare letteralmente i conti con pochissime risorse a disposizione, carenza di organico, il continuo avvicendarsi di segretari comunali e inoltre di situazioni emergenziali, che abbiamo cercato di gestire con il massimo scrupolo anche ricorrendo a sacrifici personali non dovuti. Ma che abbiamo fatto ben volentieri per il bene della comunità.
La necessità di risanare l’Ente è stata assunta come priorità e nell’intento di evitare il commissariamento, dinanzi alle “criticità” oggetto di segnalazione della Corte dei Conti già negli anni precedenti il nostro mandato (Corte dei Conti -Deliberazione del 15 dicembre 2015 prot. 350/2015). Lo squilibrio finanziario e contabile evidenziato in modo chiaro dagli organi tecnici (Corte Dei Conti, Ministero degli Interni, Responsabili del settore economico finanziario del Comune e Revisore Legale), i cui atti sono a disposizione della cittadinanza, è stato sempre sminuito dalla minoranza, quasi facendo apparire eccessivo o inutile un piano di riequilibrio in realtà obbligatorio. Ebbene, in questo clima politico in alcuni momenti non è stato facile portare avanti questo obiettivo, perché è stato necessario fare scelte impopolari, sulle quali la minoranza ha avuto gioco facile, perché è facile dire in consiglio comunale che le tasse vanno abbassate, mentre è meno facile assumersi la responsabilità di recuperare un equilibrio finanziario, con la consapevolezza di ricevere critiche. Tuttavia, in un Ente, come in una famiglia, se le risorse non ci sono, bisogna lavorare per ottenerle, sacrificandosi fin oltre i limiti del necessario. Scelta che è stata ripagata dal raggiungimento di un obiettivo importante quanto innegabile, aver riportato i conti in ordine. Non vogliamo apparire come eroi, ma neppure come coloro che sono stati colpevoli di “immobilizzare” l’Ente per quattro anni! In questi quattro anni Scurcola è stata risanata finanziariamente e contabilmente. E questo è un risultato inconfutabile, di cui purtroppo ci siamo assunti gli oneri, ma non gli onori. Perché ora che avremmo potuto operare, siamo stati pugnalati da chi ha condiviso con noi scelte e responsabilità, finanche ricoprendo la carica di secondo cittadino. Gesto che reputo irresponsabile e che sembra, anzi è dettato, più da ambizioni personali ed opportunismo politico che di interesse al bene comune. Credo che al di là delle diverse “giustificazioni” che si daranno, questo è e rimane un gesto grave, perché si poteva portare a termine il mandato elettorale e poi ognuno avrebbe fatto le proprie scelte e preso la propria strada. Mentre l’urgenza di troncare sul finire questo mandato, racconta di un preciso disegno, di una strategia, di cui già si mormorava da tempo nelle piazze. Si dirà che non è così, che c’erano divisioni… Ma la verità è che questa scelta non ha una ragione plausibile, è solo frutto di trame pre-elettorali, di una politica meno vera e meno autentica, che si allontana dalle valutazioni.
La dimostrazione è che il Vicesindaco neppure ha dato spiegazione delle proprie dimissioni; pur ricoprendo un ruolo importante, anzitutto nei confronti della collettività che rappresentava, e poi dell’amministrazione di cui faceva parte; non ha dato alcuna giustificazione motivata alla propria scelta, dimenticando che dietro una carica ci sono le persone che hanno votato sia a favore che contro a cui dover dar conto delle proprie scelte quando investono gli interessi della collettività, e di certo non saranno quelle che arriveranno dopo questa lettera a salvare la faccia. Né si potrà dire che non è stata coinvolta nelle scelte, perché la sua assenza dalle giunte, soprattutto nell’ultimo anno, è la prova provata che lei stessa si è sottratta volontariamente a partecipare all’amministrazione del paese, a cui per il ruolo era chiamata. E’ in giunta che si prendono le decisioni operative, ed è in giunta che lei era assente. Per cui non si dica in un prossimo comizio elettorale in pubblica piazza che questa amministrazione ha dimenticato Cappelle, perché quella che forse l’ha dimenticato è stata lei, avendo piena libertà e pieni poteri di scelta quale assessore delegato alla frazione, oltre che come Vicesindaco. Che non si dica che è stata messa in un angolo, perché ha volutamente scelto una posizione inerte, probabilmente strumentale al fine di far apparire questa amministrazione inerte nel territorio della frazione, maturando un volontario distacco, per poi essere libera di rinnegarvi l’appartenenza e lanciarsi in una nuova avventura elettorale. Quanto al Consigliere Farina evidenzio solo il mio rammarico per una scelta che è stata da lui giustificata da contrasti con l’ufficio tecnico ed in particolare la rottura con la maggioranza sembra riferibile essenzialmente alla realizzazione di un museo mediante utilizzazione del vecchio edificio comunale.
Ebbene, tale progetto è stato condiviso e appoggiato dalla maggioranza, ma non poteva essere attuato come il Consigliere avrebbe voluto, senza la preventiva risoluzione di problematiche tecniche, a lui ben note. Le difficoltà di attuazione del progetto hanno determinato in lui un atteggiamento di ingiustificato irrigidimento e soprattutto di travisamento della posizione della maggioranza. Interpretando, in modo errato, quello che è un atteggiamento di ponderazione e valutazione di numerosi aspetti critici del progetto museale, come ostruzionismo e non condivisione. Ma che tale non era. Per tale motivo è stato invitato dalla sottoscritta a revocare le dimissioni rientrando in maggioranza per terminare dignitosamente il percorso intrapreso insieme, ma a tutto ciò il consigliere Farina ha risposto rendendo pubbliche alla stampa le sue dimissioni irrevocabili. È facile immaginare che la vera motivazione di questa brusca interruzione risieda piuttosto nei suoi personali obiettivi elettorali, di cui avremo prova a breve. Al di là di quanto accaduto, ringrazio tutti gli Uffici e i dipendenti comunali con i quali c’è sempre stato un rapporto di reciproca stima e collaborazione. E soprattutto, ringrazio la popolazione che ci ha sostenuti, che ha compreso le azioni da noi intraprese e le ha condivise. Amministrare implica fare cose giuste e anche sbagliare, siamo certi però di aver agito sempre nell’interesse della collettività, con trasparenza, onestà e nell’unico intento di rendere migliore questo paese».