Sentenza sul crollo di via Campo di Fossa a L’Aquila. Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista: «Sentenza vergognosa. Chi l’ha scritta pare non ricordi i fatti»
L’AQUILA – Parla di “sentenza vergognosa” il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, in riferimento alla decisione del giudice civile monocratico dell’Aquila, Monica Croci sulle conseguenze mortali del crollo del palazzo di Via Campo di Fossa a L’Aquila nel terremoto del 6 Aprile 2009.
La giudice, come noto, ha motivato la decisione, che ha provocato anche una protesa spontanea a L’Aquila, nel Parco della Memoria, in Piazzale Paoli, affermando che “È fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile».
E su queste affermazioni sbotta il segretario di Rifondazione Comunista che ha detto: «È una sentenza vergognosa.
Pare che chi l’ha emessa non ricordi i fatti, cioè i messaggi ingiustificatamente rassicuranti ripetuti dalle autorità, la Protezione civile di Bertolaso e quella regionale con l’assessore Stati agli scienziati, nonché la mancanza di indicazioni sul comportamento preventivo, nonostante settimane di sciame sismico.
Non si possono colpevolizzare le vittime. È assurdo. La Commissione Grandi Rischi è stata assolta dopo una condanna a 6 anni in primo grado e ora la colpa sarebbe di chi ha perso la vita sotto le macerie?».
Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista
Nella foto di copertina il palazzo crollato e la devastazione nella zona di Via campo di Fossa dopo la terribile scossa di terremoto del 6 aprile 2009, ore 3,32..